La notizia

26.02.2018

Italia sotto la morsa del gelo. Ha occupato ampio spazio sulle pagine dei quotidiani l’arrivo di Burian, il vento siberiano che ancora per i prossimi giorni farà battere i denti a tutto lo Stivale. Temperature a picco che, oltre ai disagi su strade e autostrade, hanno avuto qualche effetto anche sui mercati ortofrutticoli del Nord-Italia, con prezzi in crescita per pomodori, melanzane e zucchine, ma anche finocchi, cavolfiori e broccoli, coltivati principalmente al Centro-Sud. Per contro, ortaggi come rape, zucche e radicchi, agrumi e frutti come mele e pere non dovrebbero subire contraccolpi. (La Stampa di sabato) @ Ma in vista del grande freddo è bene giocare d’anticipo anche a tavola. “Con temperature rigide come quelle previste - spiega sul Corriere il nutrizionista Giorgio Calabrese - il corpo umano ha bisogno di energia per compensare. Dalla colazione alla cena bisogna preferire i carboidrati come riso e pasta, meglio se associati a verdure”. @ La ristorazione lombarda piace alla criminalità organizzata. Su Avvenire di sabato Caterina Maconi riprende i dati di Fipe Confcommercio e delinea il fenomeno delle mafie a tavola: su 1.708 imprese italiane confiscate, oltre il 13% aveva sede in Lombardia, e tra queste 163 erano alberghi o ristoranti. Un network malavitoso che, oltre alla ristorazione, coinvolge anche la malamovida e la ludopatia. @ E in tema di criminalità legata al cibo interviene sulla Stampa anche l’ex procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, secondo cui la legge sulle agromafie è “Rimasta ferma al palo”. Un giro d’affari in crescita, caratterizzato da nuove tipologie di reati e norme obsolete per cui è necessario un deciso giro di vite. “La riforma sia la priorità del nuovo Parlamento”, l’appello dell’ex magistrato. @ Erboristi a rischio estinzione. A seguito della decisione del Governo di abrogare la legge del ’31 che ne regola la figura professionale, sono circa 6.000 le imprese italiane che ora rischiano di scomparire. Una decisione presa da Palazzo Chigi con l’intento di liberalizzare la coltivazione, la raccolta e il commercio delle piante officinali, ma che senza controlli tecnici potrebbe ripercuotersi sulla salute dei consumatori. Contro il decreto, attraverso la petizione #salvatelerboristeria, sono state già raccolte 60mila firme. (Il Fatto Quotidiano)

X

Cookie Policy

This page uses third-party cookies to offer personalized content