Un Vinitaly da grandi numeri sia in termini di presenze, sia in riferimento alle cifre del settore, che conferma il suo stato di salute con diverse notizie e alcune grandi novità riprese oggi da tutti i principali quotidiani: a partire dalla reputazione del vino italiano nel mondo, dagli Usa, dove l’Italia ha superato la Francia, alla Cina, dove il vino tricolore ha raggiunto una quota di mercato del 7%, al Sud America, dove Vinitaly sbarcherà a settembre con un nuovo salone a Bento Goncalves, nello stato di Rio grande do Sul. (QN) @ Intanto, dai padiglioni di Veronafiere, oltre 70 produttori alessandrini hanno lanciato un appello per dare il giusto riconoscimento all’inventore del metodo di spumantizzazione dei vini, il villanovese Federico Martinotti. In questa direzione, il comitato Casale Monferrato capitale della Doc si è mosso con 4 presentazioni, realizzate in collaborazione con l’associazione nazionale Le Donne del Vino, per introdurre sull’etichetta la dicitura “Metodo Martinotti”. (La Stampa) @ Passano le edizioni, ma Vinitaly è sempre più giovane. Una vetrina sul mondo del vino che ogni anno attira un numero maggiore di ragazzi, spinto anche dall’iniziativa Vinitaly and the City, il Fuorisalone che quest’anno ha registrato un afflusso imponente con oltre 60mila visitatori. Un successo in parte inaspettato che ha spinto gli organizzatori a sondare nuove opportunità per consolidare il bilancio in futuro e gestire l’iniziativa come fosse un’altra fiera, con una preparazione più attenta e una formula del tutto simile a quella utilizzata quest’anno, ovvero appaltare alle singole regioni l’organizzazione del programma su certe location. Un approccio nuovo che per gli organizzatori "potrebbe portare anche all’estensione del calendario” (Corriere della Sera) @ Vino e nuove leve anche al centro dell’affondo di Paolo Massobrio, che su Avvenire di oggi invita a fare largo ai giovani in cantina per arginare la fuga dei novelli. Per Massobrio il vino può essere “Un antidoto allo spopolamento e l’invito a restare in questo Paese e a dare fiducia a un’Italia che non vorremmo fosse condannata all’incomunicabilità fra fazioni politiche dimentiche dell’unico motivo per cui esistono: la salvaguardia del bene comune”. @ Botti del mondo ai minimi storici. Secondo l’Organizzazione internazionale Oiv, la produzione mondiale di vino ha registrato nel 2017 un calo tra 246 e 253 milioni di ettolitri, pari al 6-8% rispetto al 2016. Un crollo dovuto principalmente alle condizioni climatiche sfavorevoli che hanno colpito l’Europa Occidentale, ma che non ha influito in modo determinante sull’Italia, che per il terzo anno si conferma in cima alla classifica dei Paesi produttori con 42,5 milioni di ettolitri prodotti, seguita da Francia e Spagna. (Italia Oggi)