La Notizia

23.04.2019

Italia tuttifrutti. Secondo i dati della classifica Eurostat, l’Italia è prima in Europa per consumi di frutta. Mele, pere, pesche e meloni sono messi in tavola almeno una volta al giorno dall’ 85% della popolazione e trascinano il Belpaese sulla vetta della classifica, davanti ad altri due Paesi mediterranei come il Portogallo (2°) e la Spagna (3°). Fuori dalla top ten la Germania, con il 61% di consumatori abituali, e la Francia, che conquista solo la decima posizione. Malissimo per la Lettonia, con appena il 35% di consumatori abituali. (Corriere della Sera - LiberiTutti) @ E in tema di frutta, molto fa anche la frutta secca. Mandorle, arachidi, bacche e noci già sgusciate si confermano come “super mix del futuro” e sono scelte da un numero sempre maggiore di consumatori. Basti pensare che in Italia, lo scorso anno sono state vendute 72mila tonnellate di frutta secca e disidratata, per un volume d’affari pari a 834 milioni di euro. E proprio la frutta secca, il prossimo 6 maggio sarà tra i protagonisti del primo Nut Forum inserito all’interno di Tutto Food. (Corriere della Sera - LiberiTutti) @ La spesa? Ora si fa nel bosco o nel prato sotto casa. La pratica si chiama foraging e consiste nell’esplorazione delle aree naturali incontaminate alla ricerca di vegetali selvatici, molluschi di mare o insetti adatti al consumo umano. I suoi segreti sono raccontati nel libro “Imparare l’arte del foraging” dell’autorevole forare Margherita Mosca. Una guida completa con le schede di oltre 150 specie di erbe, fiori, arbusti, alberi, frutti, licheni, funghi, alghe e molluschi corredate da informazioni pratiche su come raccoglierli. E cucinarli. (Il Venerdì di Repubblica). @ Nei supermercati via libera alle “etichette dei misteri”. Informazioni inutili, scritte piccolissime e sigle sconosciute spesso inducono in errore i consumatori, sempre più attenti a cosa mettono nel carrello, ma spesso senza gli strumenti per conoscere davvero le caratteristiche degli alimenti che acquistano. Una criticità che ha spinto la UE a imporre più trasparenza nelle indicazioni della provenienza dei prodotti. Ma in molti casi l’unica bussola resta ancora il prezzo. L’approfondimento di Maria Sorbi sul Giornale. @ Il caffè costa sempre meno, ma al bar sempre di più. In Brasile è boom di produzione; i coltivatori carioca invadono i mercati mondiali con la varietà Arabica, la più richiesta e pregiata di tutte, e le quotazioni all’origine precipitano ai minimi da 13 anni. Nelle caffetterie, però, la tazzina non cala di un centesimo. E anzi, aumenta. Attilio Barbieri su Libero di oggi.

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