Carbonara, ragù, cotoletta. Ricette della tradizione italiana rivisitate in chiave salutista, per mangiare sano, in linea con le attuali esigenze nutrizionali, senza privarsi del gusto. Il ministero della Salute, insieme alla Federazione italiana cuochi, punta a riscrivere le modalità di preparazione dei piatti tricolori. Lo ha annunciato la ministra Giulia Grillo. @ E sul tema interviene anche Paolo Massobrio, che su Popotus di Avvenire commenta: “Una scelta più che legittima, ma il ricettario italiano non può certo cambiare dall’oggi al domani”. E nonostante molti dei nostri piatti, per loro stessa composizione, non possano (non più) rientrare nella dieta quotidiana “Un buon compromesso sarebbe avere sempre presenti le due versioni di ogni ricetta: quella storica e quella futuribile. Lasciando la scelta ai consumatori che stanno diventando sempre più consapevoli”. @ La nostra dieta è frutto di un mix tra corredo genetico e cultura. Se le nostre antenate scimmie erano vegetariane, già con Lucy - il progenitore dell’uomo capace di camminare in posizione eretta - fu introdotta la carne nella dieta. Lo spiega il professore di ecologia evoluzionistica Jonathan Silvertown che sarà ospite al Festival della Scienza di Mantova. @ Il sovranismo alimentare è un mito: le scorte di olio sono già terminate a maggio e per la pasta abbiamo bisogno di importare grano duro dato che da soli copriamo solo il 70% del fabbisogno. Su IlGiornale l’ampio articolo che spiega come il nostro paese non possa essere autonomo dal punto di vista della produzione agricola.