La Notizia

03.06.2019

I piccoli comuni sono i custodi del bello e del buono. Secondo i dati, nei municipi di dimensioni più ridotte si concentra una fetta importante di saperi, arte e produzione agroalimentare di qualità (il 79% dei vini più pregiati viene da queste realtà). Eppure si spopolano e i negozi chiudono. Un trend negativo che però può ancora essere invertito; da un lato perché “le realtà più piccole sono il luogo ideale per soddisfare le esigenze che si stanno affermando nella nostra società e che da molti cittadini vengono sentite sempre più come necessità: sostenibilità, green economy, beni ambientali e qualità della vita”, dall’altro perché “anche partendo da realtà micro, la logica della rete è ormai pervasiva”. L’approfondimento su Repubblica - Affari&Finanza di stamane. @ A Favignana va in scena la rivolta del tonno. Un decreto del Governo riduce le tonnellate assegnate alla tonnara da 84 a 14. La delusione dei lavoratori raccontata su La Stampa di sabato: “Addio alla mattanza, ora chiudiamo”. @ Anche la Scozia finisce….agli sgoccioli. Il caldo secca i fiumi e ne riduce del 97% la portata. Le distillerie riducono la produzione e da Cambeltown alle Highlands rischiano di restare senza whisky. Andrea Cuomo sul Giornale di oggi. @ Ma in risposta interviene sulla stessa pagina anche Marco Zucchetti, che dice “Che l’anno scorso in Scozia abbia fatto caldo, caldissimo, lo dice anche l’erba (…) Ma dire che per questo la cosiddetta uisge beata, l’acqua di vita, smetterà di sgorgare, è terrorismo climatico puro. Anzi, terrorismo alcolico, che è pure peggio”. @ Dalla crisi del whisky a quella del dado. La multinazionale Unilever, proprietaria del marchio Knorr, trasferisce la produzione dal Veneto al Portogallo. Una delocalizzazione che per il direttore comunicazione di Unilever, Gianfranco Cimirri, è legata alle “rilevanti difficoltà riscontrate a livello europeo e italiano nel settore dei dadi tradizionali, che hanno portato a una diminuzione del fatturato del 10% in due anni, e dall’esigenza di rispondere alle mutate esigenze del mercato”, con famiglie sempre più orientate verso piatti pronti e biologici. Di diverso avviso i sindacati, per cui “Non sono stati fatti investimenti”. (La Stampa)

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