La Notizia

L’identità degli italiani è in balìa dell’insicurezza. Secondo l’ultimo rapporto Centro Studi di Community Group il nostro senso di appartenenza territoriale si è polarizzato, con un calo degli “universalisti”, passati dal 60% del 2014 al 43,4% di oggi, e un aumento dei “localisti”, passati dal 21,6% del 2014 al 34,9%. Un risultato dovuto principalmente alla globalizzazione che ha perso la sua spinta propulsiva: i processi di ridistribuzione avvenuti, hanno penalizzato intere fasce di ceti sociali, alimentando il timore e facendo crescere il bisogno di ancorarsi alle proprie radici. In questo senso, anche a livello produttivo si è riscoperta la centralità del territorio come fattore di competitività e il racconto dei prodotti è diventato un valore aggiunto nell’affermare il proprio brand su scala globale. (La Stampa) @ La produzione di falsi Parmigiano Reggiano e Grana Padano, a partire dal Parmesan, supera nel mondo quella degli originali e toglie spazi di mercato ai simboli del made in Italy. Lo ha denunciato Coldiretti, stigmatizzando il documento con cui la National Milk Producers Federation ha chiesto di poter vendere le imitazioni dei formaggi italiani anche in Europa (Il Giornale). Una notizia che il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova ha commentato invocando uno stop ai “furti d’identità” (QN) e che su La Verità il presidente di Coldiretti Ettore Prandini ha approfondito lamentando l’assenza della UE: “Abbiamo intercettato le lettere delle aziende americane che chiedono a Trump di farci affondare - spiega - E noi siamo costretti a combattere da soli. (…) Il Nord America è il primo produttore di tarocchi: in Canada sono false 6 forme di parmigiano su 7. Noi agricoltori non siamo merce di scambio”. @ “Il Myanmar aggira i dazi e servono regole più rigide”. A fronte di un boom di importazioni (80 mila tonnellate) di riso japonica, l’ Ente Tutela Risi ha invocato un intervento della Ue e domani sarà a Bruxelles per chiedere di rendere automatica la clausola di salvaguardia e di prevederne l’applicazione anche in caso di danno potenziale o accertato a carico dei produttori agricoli. Intanto, nel futuro del riso italiano potrebbe arrivare l’impronta vegetale, una carta d’identità del riso che permetterà di identificare e garantire 30 varietà. (La Stampa di domenica) @ Ma un altro allarme arriva anche dal mondo del tartufo. Nel primo week-end della Fiera internazionale del tartufo bianco di Alba, appassionati e addetti ai lavori hanno ripreso la battaglia in difesa della denominazione “Bianco di Alba”, che ora qualcuno vuole cancellare, sostituendola con “Tartufo bianco pregiato”. Su Repubblica interviene il direttore dell’Ente Turismo Langhe, Monferrato e Roero Mauro Carbone: “Non ne facciamo una battaglia di campanile, ma rinunciare a un brand ormai conosciuto in tutto il mondo significherebbe prendere un’eccellenza del made in Italy e disperderne patrimonio e valore”.