La Notizia

28.11.2019

Zucchine, ’Nduja, goji e bergamotto, ma anche caffè, fragole candite e Passito di Pantelleria. Non una lista della spesa, ma i panettoni 4.0 che i pasticceri d’Italia si sbizzarriscono a preparare in vista delle festività. Pur restando invariati la forma, il nome e i lieviti utilizzati, sono già moltissime le interpretazioni stravaganti: dal panettone con albicocca e lavanda o zucchine, olive, capperi e pomodori della pasticceria Bonanomi a quello al caffè di Sal De Riso; dal panettone al Brachetto d’Acqui Docg di Albertengo a quello con cioccolato e rum di Salvatore Gabbiano. L’approfondimento di Sarah Scaparone su TuttiGusti de La Stampa. @ Il pomodoro diventa un brand di lusso. Secondo una ricerca del Reputation Institute per Anicav, con un indice di gradimento di 78.3, il “pelato italiano” sfida colossi come Ferrero e Ferrari, ma nonostante il successo è ancora sfavorito dal binomio pomodoro-caporalato, percepito dal’82% degli italiani. Una piaga che esiste davvero, ma che secondo l’associazione non può essere risolta se prima non si punta l’attenzione anche sulla qualità di alloggio e trasporti garantiti agli stessi braccianti. Intanto, a dimostrazione dell’importanza del comparto ci sono anche i numeri: dal 1945 ad oggi, il 70% del fatturato di 4 miliardi del mondo delle conserve proviene dai Soci di Anicav. E oltre il 50% delle produzioni italiane è destinato all’export sia verso l’Europa, sia verso Usa, Giappone e Australia. (Il Giorno)

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