Conto da 86 miliardi per i ristoranti italiani. E’ quanto emerso dal rapporto della Federazione Italiana Pubblici Esercizi, secondo cui in 10 anni la spesa degli italiani per mangiare fuori casa è salita di 4,9 miliardi di euro. Nonostante la crisi economica, gli italiani non hanno rinunciato ad andare al ristorante, concedendosi una spesa pro capite annua di 1.362 euro e assicurando al settore una crescita costante che oggi conta 366 mila imprese attive ( di cui 1 su 3 gestita da donne e l’ 11,6% da stranieri) che portano il comparto al primo posto nella filiera dell’agroalimentare, seguito dall’agricoltura (25%), dall’industria (21,5%) e dalla distribuzione (19%). Ma non mancano i problemi, dove spiccano abusivismo, concorrenza sleale,lavoro nero e crisi dei vecchi bar di città. Tra le nuove tendenze, invece, una richiesta in aumento per i prodotti del territorio e la sostenibilità: il 37,7% dei clienti verifica se è disponibile la doggy bag e il 36,7% chiede espressamente prodotti green. (Avvenire e Italia Oggi) @ I migliori contadini d’Europa sono italiani. Con 31,9 miliardi di euro l’anno, i nostri coltivatori producono il più alto valore aggiunto ottenuto nei campi di tutta la UE. Ma dalla Germania e altri Paesi membri incombe la minaccia delle derrate alimentari vendute a basso costo, che rischiano di essere spacciate come “made in Italy”. Attilio Barbieri su Libero. @ Intanto, è boom di giovani nelle campagne della Valle d’Aosta, dove negli ultimi 5 anni il numero di under 35 a capo di un’azienda agricola è aumentato del 12% e oggi sono 170 le aziende condotte da giovani agricoltori. Ne parla Francesca Soro su La Stampa. @ Aiuti in arrivo per chi intende ristrutturare i vigneti. A dettare le istruzioni è una circolare Agea del 17 gennaio 2020, che annuncia due tipologie di aiuti: compensazioni ai produttori per le perdite di reddito conseguenti all’esecuzione della misura, che potranno arrivare fino al 100% del mancato guadagno fino a un massimo di 3.000 euro a ettaro, e i contributi sui costi di ristrutturazione e riconversione dei vigneti, che verranno erogati fino a coprire il 50% dei costi (e il 75% nelle regioni meno sviluppate). Ogni domanda andrà presentata all’Organismo pagatore regionale entro il 31 maggio (ma ogni Organismo potrà decidere di anticipare la scadenza) e i richiedenti non potranno estirpare né fare sovrainnesti o miglioramenti fino al 15 settembre. A beneficiare degli incentivi saranno i produttori di uve da vino e anche chi è stato autorizzato al reimpianto, in particolare imprenditori agricoli, organizzazioni di produttori vitivinicoli, cooperative agricole; società di persone e capitali esercitanti attività agricola e consorzi di tutela. (Italia Oggi) @ Non solo Brunello, ma anche olio, tartufo, zafferano, latte e formaggi. Montalcino diventa un brand che, sotto l’egida del Comune, promuoverà le tante eccellenze del territorio. Un’operazione che, in parte, compenserà l’annus horribilis delle cantine, dove nel 2019 le vendite di Brunello sono calate fino al 40%. “Il Comune gestirà il marchio negli iteressi degli abitanti e badando a non mescolare prodotti provenienti dall’amiate piuttosto che dal Viterbese - spiega il presidente del Consorzio del Brunello Fabrizio Bindocci - Del resto, non possiamo vivere di solo Brunello, il futuro potrebbe riservare sorprese sgradevoli. Grazie al territorio, il brand piò raggiungere gli stessi livelli qualitativi del suo vino di punta”.