La Notizia

29.07.2019

Laboratori e bioreattori sostituiranno stalle e allevamenti intensivi? Su Tuttogreen de La Stampa Davide Mazzocco spiega come la carne in provetta - per ora - sia ancora carissima, non buona e dal pesante impatto ecologico. Ma sono diversi gli investimenti che presto ci porteranno a mangiare i “frankenburger”. @ Intanto, in Australia gli ortaggi si coltivano nel deserto. L’idea è di Sundrop, la startup che - per rispondere a un clima sempre più caldo e arido - ha messo a punto una tecnologia che consente una coltivazione idroponica, usando acqua di mare desalinizzata grazie a un impianto solare a concentrazione. (Tuttogreen de La Stampa) @ “Il turismo è una scienza, ma il Bel Paese è indietro”. Francesco Alberoni sul Giornale di domenica bacchetta gli italiani per la loro “immobilità” di fronte a una grande risorsa quale il turismo. “Abbiamo un patrimonio enorme ma non basta - scrive - Riscopriamo i nostri talenti”. @ Prevenzione, ricerca e investimenti. Sono gli ingredienti necessari per fermare la malattia delle vigne, la flavescenza dorata che, favorita dal clima che ha stressato le viti, si è fatta più aggressiva nel Nord Italia. E ora la lotta tradizionale non basta: serve sbloccare gli studi sul “genome editing” e la diagenesi. Su La Stampa di domenica l’intervista alla professoressa Maria Lodovica Gullino della Società di Patologia Vegetale. @ “Zuccherifici in crisi? Sì, ma la colpa non è dell’Ue né di Prodi”. Su La Verità il commissario Ue Paolo De Castro risponde all’articolo di Carlo Cambi dal titolo “Zucchero, l’Italia mastica amaro per le follie di Prodi e dell’Europa” con una lettera al direttore in cui fa sapere: “La riforma dell’Ocm del settore bieticolo saccarifero fu firmata nel 2005, quando presidente del Consiglio italiano era Silvio Berlusconi e suo ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno. Gli effetti di quella riforma iniziarono a farsi sentire l’anno successivo, quando le società saccarifere diedero avvio a un piano di smantellamento di decine di zuccherifici. (…) Durante il mio mandato da ministro delle Politiche Agricole, nel 2006, non potei che contenere i danni di quella riforma concordata a Bruxelles, certo non da me e dal governo Prodi”.

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