Tutto questo nel dialogo tra Paolo Massobrio e il presidente delle Città dell’Olio Michele Sonnessa che ha animato il padiglione 5 della Fiera Milano Rho.
L’oleoturismo molto deve all’impegno di Città dell’Olio, associazione nata per promuovere l’olio di qualità e i suoi territori di origine che quest’anno ha festeggiato i suoi 30 anni di attività ed è stata tra i protagonisti sul palco di Golosaria (si deve proprio a Città dell’Olio l’introduzione nel 2020 della legge di bilancio sull’oleoturismo, che riconosce ufficialmente il turismo legato all’olio e garantisce ai produttori agevolazioni fiscali simili a quelle del comparto enologico).
Michele Sonnessa e Paolo Massobrio sul palco di GolosariaOleoturismo e Rinascita delle Aree Interne Italiane
L’Italia ha visto una
crescita significativa del turismo enogastronomico (+37% rispetto al 2016) con circa 9,6 milioni di turisti italiani che, negli ultimi tre anni, hanno vissuto almeno cinque esperienze culinarie durante i propri viaggi. L’olio è ormai entrato di diritto in questo circuito, di ogni olio si possono apprezzare sfumature e sentori specifici al naso e al palato (come per ogni ottimo vino) e ogni territorio ha le sue specificità e le sue cultivar locali che danno origine a prodotti differenti l’uno dall’altro. Tuttavia, l’olio verde resta ancora sottovalutato: il 64% dei turisti enogastronomici dichiara di voler vivere un’esperienza legata all’olio, ma solo l’8% l’ha effettivamente realizzata.
Per l’associazione Città dell’Olio, l’oleoturismo rappresenta quindi una grande occasione per dare valore al prodotto, offrendo ai visitatori l’opportunità di immergersi nella cultura, nella storia e nel paesaggio italiano legati a questa tradizione millenaria.
Con oltre
600 cultivar, che rappresentano circa il
40% della biodiversità olivicola mondiale, l’Italia possiede un patrimonio unico e inestimabile. Inoltre, il settore oleario potrebbe favorire la rinascita delle aree interne italiane, molte delle quali soffrono di abbandono produttivo e urbano. Attualmente, circa il 30% del territorio olivicolo italiano è a rischio di abbandono. Per contrastare questa situazione, Città dell’Olio, in collaborazione con il governo, le associazioni di categoria e il mondo accademico, propone una legislazione mirata alla salvaguardia degli oliveti e delle comunità locali.
Un momento del dialogo tra Michele Sonnessa e Paolo Massobrio a Golosaria MilanoIl Piemonte: una nuova frontiera dell’Olivicoltura
Un esempio di questo rinnovato interesse verso l’olivicoltura è il Piemonte. Questa regione, infatti, è oggi protagonista di importanti investimenti nel settore. La riscoperta di questa vocazione olivicola sta portando nuovi progetti e coltivazioni di qualità.
Ed è per questo che il
24 novembre a Olivola (Alessandria) avrà luogo un’iniziativa denominata
EvoWine day con la partecipazione del
Consorzio di tutela vino Colline del Monferrato Casalese (anch’esso presente a Golosaria) e il
Consorzio Olio extravergione di Oliva del Piemonte. Parteciperanno il
professor Giorgio Calabrese e l’oleologo
Luigi Caricato, prima di una masterclass dedicata a olio e vino. Ospite d’onore
Paolo Massobrio.
Seguirà un mercatino dedicato a olio, vino e artigianato, nell’antico borgo di Olivola.
L’Olio: prodotto del futuro
L’olio d’oliva, grazie alle sue proprietà nutraceutiche, è considerato un “elisir di lunga vita”, capace di prevenire malattie cardiovascolari e neurodegenerative, oltre a fungere da antiossidante naturale. Con una spesa italiana per gli integratori alimentari che ha raggiunto i 4,5 miliardi di euro, l’olio rappresenta una risorsa naturale e salutare per uno stile di vita sempre più orientato alla sostenibilità. Un vero e proprio alimento per il futuro!