Si chiama Ori Pari ma possiamo affermare che la giovane coppia di titolari di questo locale del Novarese ha calato un autentico poker d’assi! Rispetto alla nostra ultima visita, infatti, ambiente, servizio e cucina hanno fatto un grande e decisivo passo in avanti.
Ma andiamo con ordine. Lo chef Francesco Cappello è protagonista di una cucina contemporanea, tra terra e mare, che esalta le materie prime senza troppi fronzoli, “giocando" con assoluta padronanza tra accostamenti anche originali. E l’esecuzione è fatta a regola d’arte, cotture e impiattamenti compresi.
Sua moglie, Federica Rabaglino, sommelier AIS, dirige la sala con piglio sicuro, estremo garbo e grande professionalità. A lei si deve una carta dei vini esemplare, che alterna chicche enoiche dello Stivale scelte anche con il “cuore”, a un'ampia e corretta vetrina sullo spettro vitivinicolo locale che ruota attorno alla Doc Boca.
Gli ambienti, rivisitati con gusto rispetto all’osteria originaria del compianto Adriano, sono accoglienti, con una sobria eleganza, ma hanno mantenuto uno stile rustico che non dispiace affatto. La mise en place è curata. Un gioiellino è la nicchia riservata alla cantina con le bottiglie in esposizione.
Si vola già alto con gli
amuse-bouche, servite all’interno di un originale
centrotavola “green" realizzato
con licheni stabilizzati, che ben si concilia con il rigoglioso bosco che si scorge dalla finestra: cannolini di pasta fillo alla pizzaiola; tartellette con funghi, lenticchie ed erbette; "La Polpetta della Domenica" manzo, erbe di campo e salsa tartara. Spaziali!
E protagonisti saranno anche la pagnotta e i grissini (buonissimi) di lievito madre, fatti in casa con le farine del Molino Vigevano (che è anche la terra natia di Federica).
Quindi, via con gli antipasti con il superlativo
“Pappati Sto Uovo” (€ 15), personale interpretazione della pappa al pomodoro, uovo pochè e crumble al Parmigiano; poi, “Quella Vecchia dell’Albeisa” (€ 16), ovvero carne cruda di manzo battuta al coltello, cipollotti in agrodolce, uovo, capperi e acciughe. Si potrà scegliere anche lo “Sgombero” (€ 15), filetto di sgombro in olio cottura, cardoncelli, spirulina e beurre blanc, oppure “i Crudi” (€ 18) - cavolfiore, latte di capra e crudo di mare.
Poi, senza dubbio uno dei migliori risotti assaggiati (e sono davvero tanti per noi) nel corso dell’anno. Cottura perfetta, al pari della cremosità. Gusto deciso e armonico, e bel gioco di consistenze. Francesco è davvero bravo. In carta lo troviamo con il nome di
“Carnevale” (€ 16) ed è davvero una festa per il palato: riso Barone Dop, peperoni bruciati, pepe e salsiccia di Bra scottata.
Eccellenti ed equilibrati anche i
bottoni di pasta fresca di melanzana, colatura di pomodoro e sashimi di trota (Dress Code, € 17); in carta, anche “… Che Pelo…” (€ 16), declinato come tagliatelle 36 uova di pasta fresca, ragù di cinghiale e ortiche; e infine “il Classicone” (€ 18): spaghetto di grano duro, bisque di gamberi, pomodorini datterini e crudo di gambero di Mazara del Vallo.
I secondi sono tutti da bis. Eccezionale
“Un Piccione in Vigna” (€ 25): petto e coscia di piccione, “patate della vigna”, beurre Blanc e acetosa.
Al pari di
“Roger” (€ 20), delicata e saporita
rollata di coniglio Grigio di Carmagnola con carota alla brace (anche questa perfetta).
Ma si potranno scegliere anche il “Babe” (€ 20), pancia di maialino da latte in doppia cottura, il suo fondo e purè di patate alla senape; e “Più Mediterraneo di Così” (€ 22), trancio di branzino, caponatina di verdure e aria al basilico.
I dolci (€ 9) meritano di essere assaggiati tutti. Ma prima, c’è da lustrare la vista e il palato con l’originalissimo predessert,
"L'albero della Frutta”, ovvero ciliegie, panna e limone bruciato che fanno capolino da un mazzetto di rami (vedi foto sopra).
“Primavera” è un sablè alle mandorle, biscuit all’olio di oliva, crema limone-basilico, e frutti di bosco.
“Black Forest” si rivela invece in un delizioso biscotto al cioccolato, amarene e ganache al cioccolato bianco e ratafià.
Non finiresti mai di mangiarlo. Come la
bavarese, biscotto cocco e pistacchio, mela e sablè alla vaniglia ("La Tentazione”). E il poker di dolci si chiude con “1.200 km”, Paris Brest con mousseline pralinata nocciole, mandorle e terra di Cookies.
Si esce dal locale con la voglia di ritornare già il giorno dopo. Sarebbe da evidenziare maggiormente all’esterno l'insegna del locale perché, una volta giunti sul posto e parcheggiata l’autovettura nell’ampio e prospiciente parcheggio, non appare così evidente come si meriterebbe. Ma anche per coloro che transitano lungo la strada, il rischio è che l’attenzione, d’istinto, venga attirata maggiormente dall’insegna… della adiacente Pro Loco…
Ora, per noi questa osteria ha rappresentato a tutto tondo il prototipo della “trattoria di lusso” che è una categoria della nostra guida a cui siamo particolarmente affezionati. Un posto così merita voti alti, ma lo scopriremo prestissimo durante le premiazioni di Golosaria Milano il 4 novembre.
Ori Pari
Boca (No)
Viale Partigiani, 9
tel. 0322 87462
Riposo settimanale: martedì e mercoledì