Anche giugno ha i suoi vini da raccontare, fra un viaggio e l’altro su e giù per l’Italia. Oppure parentesi fra un evento e l’altro, come quello di lunedì 17 giugno dedicato alla Calabria Straordinaria, su cui torneremo nelle prossime settimane.
Ma intanto ecco un excursus davvero interessante fra novità e vecchie conoscenze.
Continua l'avventura del giovane Stefano Tucci di Cascina Rainero, tra grandi classici e sperimentazioni più o meno ardite.
Partiamo da due vini dall'etichetta d'artista e dai nomi che evocano Neruda. Il Vino Bianco “Nuda nel Sole” 2023 è un orange da uve riesling macerate 18 giorni. Interessante il naso velato di garofano che tuttavia quasi cozza con la bocca dove emergono tannino e acidità in un sorso che morde, coerente con la filosofia di questo tipo di vini.
Il Vino Rosato “Nuda Sei Semplice” 2023, da uve 100% nebbiolo, spinge molto su un tannino ancora acerbo. Cambia panorama con il Vino Rosso Metodo Ancestrale col fondo “Meride” 2022, decisamente interessante, nato da un mix di barbera e grignolino: ha un colore viola che mostra subito tutta la sua freschezza. La bolla infatti è ricca, spumosa, il naso tra la violetta e il cortile, ci ricordano una nobile discendenza contadina.
Il suo vino di punta risulta però ancora una volta il più classico: la Barbera d’Asti 2020 ha un naso pieno, fruttato, con note di grafite e cioccolato. In bocca è pieno, di buona acidità, avvolgente. Una Barbera che conquista, elegante senza perdere il suo carattere, anzi diventa la dimostrazione plastica che Mongardino è una destinazione anticamente vocata a questa uva e questa del 2020 è la sua Barbera migliore di sempre. Per questo diciamo a lettere maiuscole: BRAVO! Benché sia evidente il suo tormento: inseguire la strada dei vini cosiddetti naturali e spesso imperfetti, oppure quella maestra della tradizione?
Questa azienda è già stata premiata per la Ribona, che fu addirittura un vino Top dei Top, frutto della riscoperta entusiasmante di questo vitigno. A distanza di cinque anni dal Top Hundred ottenuto con l'annata 2018, abbiamo riassaggiato il Colli Maceratesi Ribona Bio questa volta 2022 che ha naso fine, delicato, con una speziatura marcata e in bocca un finale amaricante. Più compiuto e intrigante il Colli Maceratesi Ribona Bio “Ribona della Famiglia” 2022, con naso più intenso del campione precedente, verticale, e una speziatura che lo rende complesso. La distanza con il campione precedente si nota soprattutto in bocca dove questa etichetta trova un bel equilibrio.
Tra i nostri assaggi anche il Rosso Piceno Vino Bio 2021 che colpisce fin dal colore, un rubino fitto, impenetrabile. Il naso è profondo, c'è la ciliegia accanto a una nota balsamica di menta. In bocca ha il tannino ancora verde di un vino in evoluzione. Bravissimo Massimo Carletti!
La cantina di Pippo Pagano rappresenta una delle avventure imprenditoriali più audaci nel mondo del vino campano dell'ultimo ventennio. I vini, firmati da Riccardo Cotarella, cercano di restituire l'immagine di questo luogo tanto locale quanto internazionale al tempo stesso.
Il Paestum Fiano “Trentennale” 2023, che abbiamo già inserito lo scorso anno tra i Memorabili di Golosaria, si conferma un grande bianco con un naso di mela verde e pesca e un finale leggermente amaro.
Il Paestum Fiano Vino Bio “Pian di Stio” 2022 ha un naso molto fine, e in bocca è ben fatto e setoso, con giusta acidità. Il Paestum Greco “Calpazio” 2023 conquista con un profumo che è mix ben riuscito di cedro, timo e mare Mediterraneo. Proprio questa sapidità marina che si coglie al naso arriva anche in bocca, come a firmare un sorso in perfetto equilibrio.
Il Paestum Greco Vino Bio “Elea” 2021 al naso si distingue immediatamente per una speziatura profonda dove ad uscire è la parte fumé, di caffè, con le sfumature salmastre che abbiamo apprezzato anche nel campione precedente.
Ottimo esempio di rosé il Campania Rosato “Vedere” 2023 che ha un colore rosa ciliegia brillante, ad accompagnare un naso di rosa finissima e un sorso ben fatto, con la giusta acidità.
Fabrizio Pratesi rappresenta la quinta generazione di una dinastia di vignaioli capace di rendere onore al Carmignano, una denominazione antica e nobile, capace di piazzarsi tra i migliori toscani. Ce lo conferma il Carmignano “Carmione” 2022 - la stessa etichetta che nel 2020 abbiamo premiato come Top Hundred - che ha un naso elegante e pulito, con note di mora appena raccolta. In bocca, ha tannino, acidità e corpo.
Il Carmignano Riserva “Il Circo Rosso” 2021 passa in legno e perde quella bella freschezza che ci aveva colpito nel campione precedente. Il naso presenta note di cipria, e noce, in bocca ha potenza con una nota di vaniglia che pervade il sorso. Bisogna pazientare un po’ forse, ma intanto godiamoci (sul serio) il Carmione 2022
Alzi la mano chi conosce il Galluccio! In effetti questa denominazione che prende origine dall'omonimo paese in provincia di Caserta non spicca sicuramente di notorietà. Ed è un peccato perché questo Galluccio Bianco “Cavelle” 2023, da uve falanghina beneventana, merita sicuramente attenzione: ha naso intrigante con note minerali vulcaniche e un intenso profumo di albicocca. In bocca si contraddistingue per il buon equilibrio e la ricerca di una pronta beva.
Diverso invece il Campania Aglianico “Campano” 2023, con un naso di piccoli frutti che si adagiano su un panorama contadino, terroso. In bocca è un vino che non incontra tutti i palati, spigoloso, con finale amaricante. Ma sa farsi apprezzare.
Conosciamo da diversi anni questa cantina che premiammo già nel 2008 per il Moscato di Terracina Secco "Oppidum" del 2007. L'etichetta che ci aveva colpito allora, frutto della vinificazione secco di un aromatico - ai tempi pratica molto poco diffusa - oggi con il 2023 torna a esaltarci con un vino che rappresenta la loro piena maturazione professionale. Questo è il loro vino, ce l'hanno nelle corde e lo dimostrano con un prodotto che al naso svela immediatamente il suo profilo "moscatista" con la pesca e le erbe aromatiche. Ma qui c'è una complessità diversa, nuova, con note d'incenso che evocano i grandi bianchi francesi. In bocca è pieno di buona acidità equilibrato con un finale ammandorlato senza essere amaro. Chapeau per uno dei più grandi vini bianchi italiani.
Il Dolcetto d’Asti “Vigna Cardin” 2023 di Cavallero di Vesime (At). È il Dolcetto che si vorrebbe sempre trovare, quello da manuale, che si presenta nel bicchiere con un colore intenso che diventa viola nell’unghia. Una freschezza e un’intensità che ritorna al naso dove la ciliegia matura si fa sentire. In bocca il sorso è pieno, fruttato e con acidità pregnante.