Sarà per le notti insonni di fronte al forno o per il rapporto umano, fisico, con lievito, ma il pane è qualcosa che travalica il semplice mestiere, che entra nella vita. Matteo Cunsolo a quindici anni ha rischiato di finire in brutti giri, respinto dalla scuola e attirato in qualche strana compagnia. Uno dei tanti ragazzi che a un certo punto escono dal percorso di studi per perdersi nella quasi periferia urbana di una grande città europea. Poi invece, all'Istituto professionale CAPAC di Milano, corso di panificazione e pasticceria (dove si era iscritto non per convinzione, ma quasi per caso) l'incontro con un professore, Giovanni Farina (nomen omen) che ha creduto in lui e lo ha saputo appassionare all'arte bianca. A questo ha fatto seguito il diploma, poi le lunghe notti nel forno e l'apprendistato nella casa di un grande, Massimo Grazioli, che lo avvicina ai segreti del lievito madre. Dopo essere stato suo dipendente, una volta aperta la propria attività (nel 2003), diventa un collega, il rapporto di lavoro si trasforma in una profonda amicizia. Grazie anche al suo supporto entra nel Richemont Club di Lucerna. Quando Grazioli scompare, nel 2016, Matteo è chiamato ad assumere il suo ruolo come presidente dei panificatori di Legnano prima e attualmente è Presidente dell'Associazione Panificatori Confcommercio di Milano e province.
Adesso, a pochi giorni da Natale, protagonista è però il panettone, a cominciare da quello più classico, il tipo Milano, con uvetta, arancia candita, cedro o quello più sfizioso con pistacchio e cioccolato bianco, ma anche il raffinato marron glacé fino ad arrivare al panettone ai quattro cioccolati (cioè fondente, al latte, bianco e ruby) che ha una valenza particolare: metà del ricavato dalla sua vendita sarà destinato a finanziare i progetti della cooperativa la Ruota di Parabiago, impegnata nell'assistenza ai minori in difficoltà, ai disabili e alla prima infanzia.
La Panetteria
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