Parola d'ordine: Monferrato

16.02.2017

Via libera per Fubine a sentirsi parte integrante del Monferrato. Il Paese in provincia di Alessandria potrà fregiarsi di un secondo nome importante, ovvero “Monferrato”. La decisione è stata presa in sede regionale a seguito della richiesta presentata dal Consiglio Comunale, su proposta della giunta guidata dal sindaco Dina Fiori. “La concessione del toponimo - ha commentato la prima cittadina - è per noi un traguardo importante. Tenevamo a recuperare la nostra tradizione”. (La Stampa) @ Ma il Monferrato, insieme a Langhe e Roero, è anche protagonista della celebre Guida Verde firmata dal Touring Club Italiano presentata martedì a Torino e appena arrivata in libreria. (La Stampa) @ Vini da record per il Piemonte, con la vendemmia 2016 finita già nella storia per produzione e qualità. Un successo ribadito anche in occasione del summit tenutosi al quartier generale di “Vignaioli Piemonte”, che riunisce 40 cantine cooperative piemontesi, dove l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero ha commentato: “Il comparto rappresenta la punta avanzata dell’agricoltura piemontese, che si dimostra una realtà solida e vitale. Un settore caratterizzato da fenomeni di rinnovamento e ricambio generazionale, attraverso l’inserimento di migliaia di giovani agricoltori e una crescita notevole della componente femminile”. Ma non sono mancati gli allarmi: “Il mercato è impietoso - ha continuato - dobbiamo fare squadra per il bene di tutti”. (La Stampa) @ E a proposito di vini del Piemonte, buone notizie arrivano anche per la Barbera, un vino “Trattato per anni come una sorta di Cenerentola”, che sta conoscendo un rilancio come mai accaduto prima. A darne conferma è il presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Filippo Mobrici, che ha sottolineato: “Nell’astigiano fino a poco tempo fa si perdevano 300 ettari vitati l’anno, ma nelle ultime stagioni il processo si è invertito e i prezzi dei vigneti sono tornati a impennarsi”. Un successo che non ha risparmiato neppure l’Asti, che sta ripartendo e che insieme al Moscato d’Asti si conferma un polo vincente della produzione. 

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