C’è un problema non da poco ai giorni d’oggi: la società contemporanea ha spostato il maggior introito calorico della giornata al pasto della sera, riducendo il pasto del mezzogiorno a una "pausa-pranzo". Niente di più sbagliato – dice Federico Francesco Ferrero nel suo libro L’Apericena non esiste (Cairo-Comunica) - gli alimenti che danno energia andrebbero assunti proprio a mezzogiorno; se, invece, ci si limita a un'insalata o una barretta, la fame latente del resto della giornata favorirà le abbuffate serali che provocano un accumulo dei grassi sottoforma di "ciccia", favorito anche dalla stanchezza che fa rallentare le attività cellulari. Infatti a metà della giornata lavorativa gli ormoni tiroidei attivano il metabolismo che trasforma il cibo in energia: più si va verso il tramonto più si inverte questo meccanismo.
Quindi quali sono i cibi da preferire a pranzo?
Federico Francesco Ferrero consiglia pasta da farine macinate grossolanamente, cous cous integrale, orzo, segale, grano, miglio e riso integrale – tutti cereali e carboidrati che rilasciano lentamente il loro carico energetico – accompagnati da verdure crude o appena scottate, condite con olio extravergine d'oliva a crudo. Si possono sostituire i cereali cotti con una porzione di pesce con contorno di verdure, mentre la carne di qualità (non i salumi e gli insaccati) può essere consumata un paio di volte la settimana.
L'altro consiglio aureo di Federico Francesco Ferrero riguarda il sonnellino post-prandiale.
«È dimostrato – sostiene – da diversi test scientifici che dormire da venti a quaranta minuti dopo pranzo migliora l'efficienza del resto della giornata».
La pausa che segue il pranzo permette infatti alla digestione di non essere intralciata da altre esigenze dell'organismo, abbassa la pressione e il ritmo cardiaco, favorendo il recupero delle forze, mentre le sostanze nutritive vengono messe in circolo. Ciò non vuol dire cadere in un sonno profondo, ma staccare corpo e mente dal lavoro, per concedersi qualche decina di minuti di silenzio e di riposo, evitando anche il conseguente abbiocco pomeridiano.
«Il sonnellino è quindi una salutare pausa, che non può essere compresa nel pranzo» sostiene ancora Ferrero: si tratta di due momenti ben distinti.
Anche trascorrere la pausa pranzo facendo sport non è corretto poiché l'attività fisica non è un momento di riposo e andrebbe seguita da una fase di rilassamento, quindi da un pranzo seduti a tavola (e non trangugiando una barretta alla scrivania) e da un adeguato riposo.
Questi e tanti altri suggerimenti utili a restare "magri e in salute tra aperitivi e cene fuori casa" li trovate nel libro L'apericena non esiste in vendita su Amazon e su Ibs.