Siamo agli sgoccioli dei nostri assaggi prima della chiusura estiva. Ma Paolo Massobrio è in Romagna per scoprire novità e conferme, mentre il suo viaggio di agosto toccherà tutta l’Italia, dalla Liguria alla Sicilia. Quindi aspettiamoci tante novità, che saranno fedelmente riportate su questo sito, perché il racconto per i nostri lettori non va mai in vacanza. E poi c’è il grande appuntamento di Golosaria Milano, che sta ottenendo adesioni fantastiche, di piccoli sconosciuti produttori.
Una scoperta, un produttore poco conosciuto, ma dalle enormi potenzialità. Si è trattato sicuramente di una sorpresa di Grandi Langhe la scoperta dell'azienda Prandi, un'attività storica del territorio (gli inizi risalgono agli anni Venti con il nonno, il cavalier Maggiorino Farinetti) rilanciata dal lavoro di Alessandro Prandi. Attualmente producono circa 20.000 bottiglie esclusivamente da vigne di proprietà, ubicate per la maggior parte nel comune di Diano. Il vitigno che meglio ne racconta la storia è infatti il dolcetto coltivato in due pregiatissimi sorì: il Sorì Cristina e il Sorì Colombè.
Partiamo dai bianchi: il Langhe Arneis 2022 ha naso di albicocca e mango mentre in bocca è equilibrato, pieno, di bella acidità, con un finale amaricante e un retrogusto coerente con il naso. Molto buono!!! Il Dolcetto di Diano d'Alba Sörì Cristina 2022 ha colore intenso, vivo, impenetrabile, che accompagna un naso per certi versi ancora vinoso ma che poi scatena tutta la suadenza della mora e della lavanda. In bocca è pieno, tannico, elegante. Un campione eccellente che però viene superato dall'altro Dolcetto: il Sörì Colombè 2022 ha naso decisamente floreale che evoca la liquirizia fresca. In bocca è sugoso, di bella acidità, con un tannino setoso che pochi Dolcetto possono vantare. Vino da asterischi. Perfetto! Decisamente ben fatto anche il Nebbiolo d'Alba 2021 che ha naso speziato, su fondo floreale. In bocca ripercorre la via dell'eleganza con un tannino ancora un po' verde. Applausi meritati anche per la Barbera d'Alba a cui l'azienda Prandi dedica attenzione al pari degli altri campioni: colore vinoso, naso fruttato come si confà alle Barbere sponda albese, lievemente ammandorlato. In bocca è piena, sugosa, dalla spada acida. Bravissimo produttore. Ci ha colpiti molto.
Cascina Tàia è una realtà giovanissima: è nata solo lo scorso anno. Così come giovane è la sua artefice, Stefania Scarabelli, che ha deciso di rilanciare il patrimonio messo insieme dal bisnonno e dal nonno. Oggi coltiva 15 ettari compresi tra i comuni di Montecalvo Versiggia e Santa Maria della Versa. Tra i vitigni coltivati, il pinot nero fa da padrone, a esso si aggiungono barbera e croatina per le uve rosse e riesling renano, chardonnay, moscato e pinot grigio per le bianche. L'Oltrepò Pavese Riesling 2022 rappresenta una versione delicata di questo vino, con un naso dove gli idrocarburi spesso predominanti, in questo caso, seppur presenti, lasciano spazio alla pera. In bocca l'acidità è viva. L' Oltrepò Pavese Pinot Nero Rosato 2022 ha un colore arancio, in bocca spiccano piccoli frutti e note ematiche per lasciare spazio a un sorso estivo, leggero. Il suo Vino Rosso è sicuramente affascinante: al naso ci sono profumi di ribes nero e mandorla mentre in bocca è potente, pieno, ma con spigolature che rivelano una possibile positiva evoluzione.
Nel 1963 le famiglie Caparra e Siciliani fondarono quest'azienda agricola, che possiede 200 ettari sparsi lungo la costa ionica calabrese, in provincia di Crotone, tra vigneti ad alberello, uliveti secolari e rovine millenarie. I loro vini sono diventati iconici e questa nostra degustazione lo riconferma. Tutti vini grandi, di carattere, frutto di una cantina diventata ormai cifra di stile. Il Cirò Bianco Curiale 2022, da uve greco bianco e chardonnay, ha naso invitante, con profumi esotici che evocano l'anona e tornano coerentemente in bocca, persistenti. Il Cirò Rosato “Le Formelle” 2022, da uve gaglioppo in purezza, ha naso di caramelline di lampone con una vibrante nota verde. In bocca è pieno con un finale tannico. Il Calabria rosso “Mastrogiurato” 2019 da uve gaglioppo e greco nero sviluppa al naso profumi di marmellata di frutta e cappero. In bocca ha equilibrio, armonicità, tannini. Passiamo ai Cirò: il Cirò rosso classico “Solagi” 2021 ha naso ricco, ampio, con frutta rossa e liquirizia. In bocca è elegante, setoso. Il Cirò rosso classico superiore Cirò 2020 ha naso con note vulcaniche, radice di liquirizia e un cenno di anice. In bocca è molto buono, fine, con trama setosa. Il Cirò rosso classico superiore riserva “Volvito” 2019 nostro storico Top Hundred ha naso di frutta rossa, profondo. In bocca è greve, con tannino diffuso.
Azienda nuova sul territorio, fondata da Mara e Michael Arno, per ritrovare e vivere le proprie radici portoghesi e italiane. Michael, originario dell’Emilia Romagna, Mara originaria di Porto e della valle Douro, appassionati di vino realizzano un loro sogno con questi 5,5 ettari vitati in un areale fortemente vocato per la Barbera. Ci piace molto il Monferrato Bianco “Bilotto” 2021 originale blend di uve nascetta e sauvignon blanc: naso di frutta gialla, mentuccia e idrocarburi, in bocca è pieno, equilibrato. Il 2020 mostra un'evoluzione inaspettata con gli idrocarburi che diventano predominanti e il sorso si mantiene vivo grazie a un'acidità ficcante. Da provare anche la Barbera d'Asti “Desolina” 2021 dal naso vivo, vinoso e floreale che in bocca trova un sorso armonico, senza le asperità (e le altezze) tipiche del vitigno. Le due Barbera d'Asti superiore “Maria Augusta” 2019 e la Superiore “Agosta” 2018 con i loro sentori già più evoluti e il corpo decisamente più muscoloso ci conducono ai due Nizza, il “Lorella” 2019 e il “Riserva Leone” 2019, con l'interpretazione internazionale che contraddistingue la denominazione. Ma su questo forse merita fermarsi e meditare sul futuro, dove ci piacerebbe sentire meno legno e più frutto.
Una cantina cooperativa che amiamo e che racconta attraverso la sua evoluzione molta della storia dei vini emiliani. Lo ricorda anche Paolo Massobrio nell'articolo pubblicato lo scorso anno su IlGusto (https://www.ilgolosario.it/it/lambrusco-cantina-puianello) e lo possiamo vivere attraverso i sensi con l'assaggio di due vini. Il Reggiano Lambrusco Spumante Brut Biologico “L'incontro” è molto classico: ha profumi freschi di prugna matura, in bocca è pieno, con bolla viva e tannino. Strepitoso il Colli di Scandiano e di Canossa Lambrusco Montericco Vino Frizzante Rosato Secco “Rosa Matilde”: ha naso fragrante, di melograno, piacevole e avvolgente. In bocca è secco, con una esplosione finale di lampone.
Una nostra scoperta di cui andiamo orgogliosi. Possiamo dirlo perché la sua Barbera d'Asti superiore “Sichei” è stata anche nostro Top dei Top nel 2008. In questa occasione assaggiamo un Grignolino d'Asti 2022, colore rubino tipico dell'Astigiano, al naso è da manuale con i profumi floreali e la decisa speziatura, mentre in bocca è pieno, tannico, con finale amaro. La Barbera d'Asti “Carbunè” 2022 ha naso di rosa, profondo, con la mandorla tipica che si percepisce netta. In bocca è tannico, fresco. Una grandissima Barbera!
La cascina dalle tante anime di Bruna Ferro è un'altra vecchia conoscenza che incontriamo sempre con piacere. Soprattutto per quella Barbera d'Asti che anche stavolta si è confermata grande. Parliamo della Barbera d'Asti “Asinoi” 2021, naso floreale di rosa e mirtillo, in bocca ha la giusta acidità, piena, ficcante. Taglio decisamente e onestamente contadino per la Barbera d'Asti “Lia Vi” 2017 con naso rustico, terragno. Taglio altrettanto contadino per il vino rosso “Sbaraglio” che nonostante un naso disordinato trova in bocca una pienezza e un buon equilibrio.