Petronilla, alias Amalia Moretti Foggia, scrisse numerosi articoli che trattavano principalmente ricette e precetti alimentari utili per le massaie che dovevano occuparsi di amministrazione domestica. Insegnava alle sue lettrici ad economizzare il tempo ai fornelli, risorsa preziosa per le donne borghesi del regime e non solo. Con un linguaggio semplice, diretto e chiaro permetteva di essere compresa anche dalle massaie dei ceti meno abbienti. La Foggia iniziò la sua carriera giornalistica nel dicembre 1929 scrivendo nella sezione «La Domenica del Corriere». Trattò, in un articolo del 15 dicembre del 1935, la prestigiosa bagna caòda di Chieri. Questa straordinaria salsa piemontese, a base di quattro semplici ingredienti – aglio, acciughe, olio e burro – ha un'origine a lungo dibattuta.
Per l'astigiano ed esperto di cucina piemontese Giovanni Goria, l'intingolo nasce proprio in occasione della festa della spillatura dei vignaioli dell'Alto Medioevo del Monferrato, che in Novembre celebravano proprio la fine della raccolta del vino. Aglio, ortaggi e acciughe, sempre più numerose, grazie al commercio degli Acciugai occitani della Val Maira.
L'ancioé si muoveva lungo le “vie del sale”, tra Piemonte, Liguria e Francia, e conduceva una vita faticosa e raminga. Dopo essersi rifornito, con il suo carretto, percorreva numerosi chilometri al giorno, per vendere acciughe sotto sale. Per lo scrittore torinese Nico Orengo invece “La bagna caoda l'hanno inventata i liguri, con l'aiuto del garum romano. Avevamo acciughe, sale, olio, cardi che venivano da Nizza, finocchi, cipolle, carciofi”.
Infine, un'ulteriore ipotesi prevede che la nascita della salsa piemontese si confonda con l'Anchoiade provenzale, piatto in cui gli ingredienti principali, aglio, acciughe e olio vengono battuti al mortaio e serviti con verdure di stagione.
La ricetta, sapientemente riportata da Petronilla, confermata dal Goria prevede:
2 capi intieri di aglio a testa;
1hg di burro;
1 hg di acciuga;
2 di olio di oliva.
Deve essere eseguita rapidamente e a fuoco basso, per evitare che l'aglio rosoli e per fare in modo che l'acciuga si leghi in una salsa adatta ad essere consumata con verdure invernali. La salsa si deponeva in un unico recipiente, tenuto al caldo con mattoni preriscaldati nel forno, e tutti i commensali vi intingevano le varie verdure. Era un vero rito di socialità e fratellanza suggellato da libagioni e racconti.
La bagna caòda di Chieri è solo uno degli articoli che Petronilla amava raccontare ai suoi lettori. La mantovana riportava le proprie esperienze dirette che viveva nella quotidianità e ricette che spiegava alle proprie lettrici, con passione e dedizione, spiegando i consigli per eseguirle al meglio.