Professionalità. Tradizione. Cuore. Il Posta (via Vittorio Veneto, 169 – tel. 035851134) di Sant’Omobono è uno di quei locali dove andare per riconciliarsi con il gusto italiano. A dividersi i compiti di cucina e sala, le sorelle Petronilla (chef) e Luisa (sommelier) della celebre famiglia Frosio, che, curiosamente, vede i due fratelli maschi, Paolo e Camillo, condurre, a loro volta con successo, un altro ristorante ad Almè (Frosio, piazza Lemine 1). È una bella sfida tra i quattro, ma il risultato qui e là è uno solo, eccellenza.
Cominciamo col dire che il locale – una saletta romantica ed elegante, con il camino (in questa stagione sempre acceso) ed i tavoli ben distanziati e apparecchiati in modo impeccabile – in questi tempi di crisi – dove il minimalismo è scelta, certo, di moda, ma il più delle volte fatta solo per risparmiare e dare poco al cliente – per la sua bellezza, si apprezza in modo particolare.
Di meditata selezione la cantina, con vini scelti uno a uno da Luisa.
Da applausi la cucina, che spazia tra territorio e mare senza cedimenti. La vostra gola farà festa con calamaretti al Martini Dry in crema di finocchio o crudo di manzo panato al pane fritto e maionese allo zafferano. Tra i primi, pasta con lasagnetta di cervo, riso con risotto mantecato al baccalà con polvere di capperi. Poi medaglione di pescatrice al paté di olive, o dalla terra stinchetto di maialino da latte cotto a bassa temperatura e verza. L’arrivederci sarà con pere martin sec scorze d’arancia gelato all’anice stellato o con ghiotti cannoli alla crema di castagne in salsa di cachi. Che bello!