Tokyo è una città da mangiare, a volte sembra un unico grande ristorante. Di fronte all’enormità e alla varietà dell’offerta il turista si può sentire spaesato e finire per andare nel primo posto che a naso gli pare appetibile e simpatico. Anche questo può essere un metodo; a Tokyo si mangia bene ovunque e c’è scelta per tutte le tasche: è proprio la grande concorrenza a fare la selezione.
Nell’invasione di turisti occidentali che sta subendo il Giappone, ci sarà anche chi non è particolarmente interessato al cibo o chi ha preconcetti o preclusioni. Costoro si perderanno una parte importante della cultura giapponese, ma si potranno godere tutto il resto. Io in Giappone ci vado essenzialmente per mangiare e questo mio articolo, senza nessuna pretesa, è dedicato a gastronomadi senza pregiudizi.
I tre locali menzionati mi sono stati segnalati dalla rivista Ryoritsushin con cui ilGolosario collabora da tempo, sono molto diversi fra loro e sono un bell’esempio di dove vi potrebbe portare a mangiare un Giapponese che volesse far bella figura con un Gaijin a prezzi abbordabili.
HOKUHAN a Ueno, il cuore culturale di Tokyo
Al centro del quartiere si trova un grande parco, Ueno Koen, con la maggior concentrazione di musei della capitale, tra cui il Museo Nazionale di Tokyo. A breve distanza a piedi la zona della Shitamaci (città bassa) tra Yanaka, Nezu e Sendagi, quartieri dove pare il tempo si sia fermato, perfetti per le passeggiate.
Hokuhan, fondato nel 1959 da una ricercatrice di cucina e artista di bambole
Nawo Abe (1911-1996) era frequentato da scrittori e intellettuali. Ora è gestito dalla figlia
Kayoko Abe e propone
cucina di Aomori (estremo nord dell’isola di Honshu) e piatti con funghi e piante selvatiche con grande attenzione alla stagionalità.
Ho mangiato un freschissimo
sashimi e varie prelibatezze.
La specialità introvabile che mi è stata consigliata si chiama
Hoya, una specie di
molluscone dal forte gusto iodato, servito in sashimi. Squisito ma non per tutti. Vedendo il mio interesse, un cliente che mangiava da solo al bancone mi ha detto il nome scientifico: Halocynthia Roretzi, il che mi ha permesso di capire che tipo di animale fosse: una specie di ascidia che viene anche chiamata Ananas di Mare. Aspetto peculiare e un gusto di “gomma immersa nell’ammoniaca” che mi sono portato dietro per tutto il viaggio (ho bevuto anche l’acquetta in cui era immerso). Se Ueno era chiamata la “porta di Tokyo” Hokuhan è stato un piccolo viaggio iniziatico nella cucina del Giappone.
(Ueno 6-7-10 Taito-Ku Tokyo - tel. 0338318759)
HOSOKAWA a Sumida
Nella torrida estate giapponese a pranzo la pasta fredda restituisce forza e da sollievo. Questo ristorante specializzato in soba utilizza grano saraceno coltivato ad Ibaraki, Hokkaido e Shikoku e macina giornalmente solamente quello che serve conservando il grano a bassa temperatura.
La
soba viene servita in brodo freddo o caldo e le specialità sono quella con ostriche o con il tempura di grongo. Io ho scelto quest’ultima in brodo freddo con tempura di erbe selvatiche. Una sosta rigenerante e rilassante prima di andare a vedere il Museo della Spada Giapponese, imperdibile nel quartiere di Sumida per chi, come me, vorrebbe essere un samurai.
(Kamezawa 1-6-5 Sumida-Ku Tokyo - tel. 0336261125)
QUINDI a Shibuya
Vineria alla moda dove la cantina è gestita da Hideki Konta, giovane sommelier fra i più preparati.
La selezione di
vini naturali italiani è a dir poco sorprendente ed i prezzi non sono esosi. È un locale giovanile e divertente, la cucina è “quasi italiana”, nel senso che si gioca a fare gli Italiani con ingredienti giapponesi, con piatti curati e ingredienti di qualità.
Ho mangiato
Ayu fritti (una squisita trotella giapponese che si pesca d’estate).
Ho poi assaporato con il gusto e con la vista un
carpaccio di tonno come una tavolozza di un pittore e tagliatelle ai ricci di mare.
Ho bevuto il
Most(R)o di Cascina Tavijn, rosato frizzante di Grignolino che non si trova facilmente neanche in Piemonte ed il
Vino Bianco di Walter De Battè di Riomaggiore, nome fuorviante per un vino complesso e finissimo che con la mia
pasta ai ricci andava a nozze.
Poi c’è Hideki Konta gioviale e sorridente, uno dei Giapponesi più simpatici che io abbia conosciuto. QUINDI... è bello avere sete.
(Uehara 2-48-12 Shibuya-Ku Tokyo - tel. 0364070703)