La lunga diatriba sulla quantità di succo di arancia nell’aranciata si è conclusa, solo recentemente, con l’obbligo per i produttori nazionali dell’innalzamento al 20% di succo di arancia nelle bibite. Tuttavia confusione e dubbi in diversi casi permangono e quasi nessuno di noi ha tempo e modo di leggere attentamente le etichette. Allora perché non ribaltare completamente la prospettiva e mettere al centro quello che dovrebbe essere l’ingrediente principale dell’aranciata ovvero il succo d’arancia?
Un’idea tanto semplice, quanto ardita. Per realizzarla ci voleva uno come Simone Sabaini capace, con la sua creatività, di mettere in subbuglio un’istituzione storica come la cioccolata di Modica. Stiamo infatti parlando del fondatore, veneto di origine, di Sabadì, tra i migliori artigiani del nostro Golosario.
L’ultima creazione è ancora una volta estremamente radicata in Sicilia. Si tratta di un preparato con solo spremuta d’arancia, spremuta di limone e zucchero di canna. Gli agrumi sono siciliani e bio. La ricetta è semplice: basta mettere in un bicchiere 50 ml di aranciata madre, 150 ml di acqua frizzante e qualche cubetto di ghiaccio. La bibita così è pronta, profumata, gustosa e dolce quanto basta. Ognuno può poi moderarla secondo i propri gusti.
La bottiglia una volta aperta si conserva in frigo, fino anche a un mese dall’apertura e una bottiglietta da 333 ml può servire a preparare oltre un litro di aranciata. Esiste anche un’omologa bibita madre, solo a base di limone. L’unico difetto? Non si riesce mai a smettere di farsi aranciate.