“Del maiale non si butta via nulla” è uno dei proverbi più radicati nel mondo contadino italiano. Il motivo è semplice da capire: se ne cucinano tutte le parti, dalle orecchie alle zampe fino al sangue,che veniva utilizzato per produrre salumi poverissimi. Ma non solo: con il suo grasso si conservavano gli alimenti e addirittura era possibile confezionarne unguenti per la pelle.
Il Santo che si lega a questo animale è infatti Sant’Antonio abate: il motivo è da ricercare proprio nell’utilizzo di unguenti a base di grasso che i monaci dell’ordine degli antoniani usavano per curare l’herpes (allora chiamato appunto fuoco di Sant’Antonio). Il calendario celebra convenzionalmente la data del 17 gennaio come quella dell’uccisione del maiale. Era un momento cruciale nella vita contadina, quella che permetteva di accumulare scorte di cibo per tutto l’anno. Nelle campagne i macellai itineranti (con nomi diversi a seconda delle regioni) si recavano nelle cascine e impartivano le direttive per una corretta lavorazione e conservazione delle carni. La data era scelta non solo per questioni rituali: la metà di gennaio era di solito il periodo più freddo dell’anno, quello in cui era più facile conservare le carni in un’epoca in cui non esistevano metodi di refrigerazione elettrici. Soprattutto però Sant’Antonio rappresentava una festa delle famiglie e delle campagne, il momento che scandiva l’inizio di una nuova stagione agricola. Ecco perché si sentiva la necessità di benedire gli animali che con l’uomo condividevano i ritmi della natura.
Un rito antico oggi sopravvissuto solo in alcuni borghi e ricordato dalla Coldiretti che porta in piazza a Roma gli animali tipici delle campagne italiane. Quest’anno in piazza San Pietro ci saranno mucche Pezzata Rossa e Chianina, la Pecora Merinizzata, la Capra Girgentana con le caratteristiche corna a cavaturacciolo, il maiale Appulo-Calabrese, il Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante rapido, l’Asino Ragusano, curiose varietà di conigli, oche, per la benedizione alle ore 9.30. In questa occasione sarà anche letto il Dossier “Gli animali nelle case degli italiani” alla presenza del presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e del Presidente dell’Associazione Italiana Allevatori (AIA) Roberto Nocentini.
Infine, una curiosità sulla festa di Sant'Antonio del porsell, così chiamato perché viene da sempre raffigurato con un maialino ai piedi: il 17 gennaio, nelle cascine, non si ammazzava il maiale. Era festa, ma una volta senza le sue prelibatezze.