Metti una domenica a Berbenno di Valtellina (So), dove la delegata del Club di Papillon ha imbastito anche quest’anno la fiera di "San Giusep tanti mestè" (la chiamano così), con un cuore di prodotti di qualità davvero eccezionali e nuovi per il nostro Golosario.
A incominciare dall’azienda Agneda di Sondrio (via Bormio, 20 - www.agneda.it) che fa formaggi da agricoltura biologica. E spicca la Raclette bio, ma anche il formaggio a doppia pasta e poi il Quadrato, il Grasso e lo Scarpatetti, tutti davvero buoni.
Notevoli anche i succhi di mela bio al 100% che realizza
Franchetti a
Ponte Valtellina (via Molini, 3 -
www.franchettifrutta.it), senza ausilio di conservanti e senza zuccheri aggiunti. Il succo di mela è fatto con mele renette, poi con golden delicious, con varietà gala, con la mela red delicious fino alla mela fuji. E infine il succo di kiwi Hayward. C’è poi una teoria di altri succhi (alla mela lampone o alla mela mirtillo, per fare alcuni esempi) e infine le confetture: dalle mele ai piccoli frutti. Bravi, giovani e tenaci!
Commovente è poi
Pietro Selva, il viticoltore di Castione Andevenno che ci ha conquistati con il suo nuovo
Sassella. È uno degli emergenti della viticoltura valtellinese, che merita attenzione e che ha debuttato quest’anno a Golosaria Milano.
E che dire della
Pasta Negri di Chiuro (via Nazionale, 19 -
www.pastanegri.com), ossia una teoria di paste con grano saraceno, ma anche con segale e grano duro italiano?
Altra esperienza biologica è quella dell’azienda agricola l’
Officina delle Terra di
Berbenno che utilizza un mais antico, tramandato da generazioni. Abbiamo assaggiato la polenta, straordinaria, ma anche gli sciatt.
Ma non è finita, perché il prodotto da andare giù di testa è stato la focaccia di segale del
Forno Berola di
Ponte Valtellina (via Berola, 2), o meglio il
"Panon" che esalta il burro ed è arricchito di fichi, uvetta e noci. Ne ho comprati due perché a casa ne avrei sentito la nostalgia. Ma che buoni anche i biscotti, i
Gunsesin, e poi il pane di Berola. Insomma tutti prodotti che hanno un gusto profondo e quando sono dolci, la combinazione con il burro è una sublimazione.
Straordinario l’incontro con
Peter Moltoni della
Mieleria Moltoni di
Villa di Tirano (via Sonvico, 1). I suoi mieli sono straordinari, in particolare la melata, ma anche il tiglio e l’acacia.
Ottimo anche il miele biologico di
Stefano Beltrama di
Albosaggia (via Moia, 24) e di
Roberto Cerri di
Talamona (via Provinciale, 807) con i suoi mieli in favo. Torniamo poi ai formaggi, dalla pasta compatta, decisamente buoni, che hanno dentro il gusto di quel latte di Bruna Alpina, che è inconfondibile. Li fa la
Cascina Iris di
Montagna in Valtellina (via Benedetti, 76). Da assaggiare il Gran Montagna (16 mesi) e l’Alpe Carnale.
Infine due artigiani non food. Uno è
Gaggi di
Chiesa Valmalenco (via Roma, 2) che lavora la pietra ollare per produrre oggetti e pentole, tra cui il tipico "lavec", una pentola dalle eccezionali proprietà culinarie: si scalda lentamente e cuoce i cibi senza farli attaccare e si raffredda altrettanto lentamente, mantenendo i cibi al caldo per oltre un'ora.
L’altra è
Stefania Fontana di Io non dormo... di
Berbenno di Valtellina che fa addirittura dei curiosi Papillon di legno.
Grande Valtellina. E questo che avete letto è un Club di Papillon in azione!!! Grazie Francesca e grazie anche a tuo papà Erminio che ha voluto portarmi nella sede della Compagnia del Taroz, dove ho assaggiato un latte di altri tempi, buonissimo. Grazie per quella grande pietra ollare che mi avete regalato: cucinerò prestissimo alcune specialità!