Sicilia: il simbolo futuro del vino

Appunti di viaggio per Sicilia en Primeur

22.05.2024

Era il 1998 quando tre uomini visionari del vino siciliano – Diego Planeta, Giacomo Rallo e Lucio Tasca d’Almerita – spinti da un forte vento di cambiamento, firmarono l’atto fondativo che costituiva Assovini Sicilia, associazione di viticoltori siciliani che (a oggi) comprende 100 aziende vinicole.
Già allora era stata tracciata una rotta precisa per raccontare il vino siciliano al mondo, con l’obiettivo di superare i confini dell’isola e, come in un epico viaggio, si sono spinti ben oltre le colonne d’Ercole. Oggi Alessio Planeta, Antonio Rallo e Alberto Tasca, i figli dei tre “padri fondatori”, proseguono il medesimo viaggio per la promozione della viticoltura e cultura del vino, tenendo salda la rotta con la stessa energia.

“Grazie al coraggio di chi ha creduto nell’associazionismo, sfidando ogni resistenza culturale e mettendosi in gioco senza protagonismi, credendo nel fare squadra, oggi la Sicilia nel mondo è un brand dal potente e profondo valore culturale e dall’appeal internazionale”.
Così afferma Mariangela Cambria, prima donna presidente di Assovini dal 2023, produttrice a tempo pieno che rappresenta un vertice tutto al femminile, con Lilly Ferro alla vicepresidenza e Josè Rallo, consigliera delegata al coordinamento delle attività di finanza agevolata: sono simbolo di squadra, efficienza e, soprattutto, innovazione.

Mariangela CambriaSicilia en Primeur
Sicilia en Primeur è un evento itinerante che ha costruito il suo successo su un format unico che combina l’anteprima dei vini dell'ultima annata con visite alle cantine e ai territori, raccontando le straordinarie bellezze storico-archeologiche e paesaggistiche della Sicilia attraverso lo storytelling del vino. L'evento alterna degustazioni, tour, masterclass e convegni, coinvolgendo i produttori e i soci di Assovini Sicilia davanti alla stampa nazionale e internazionale, il tutto concentrato in quattro intense giornate. Il vino diventa così una chiave di lettura esclusiva per comprendere le molteplici sfaccettature dell'“Isola continente” e il suo ricco patrimonio storico-culturale, oltre a raccontare la storia dei produttori e delle aziende vitivinicole.
Coltivare il futuro
La XX edizione di Sicilia en Primeur si è da poco conclusa a Cefalù (PA), quest’anno in concomitanza dei venticinque anni dell’associazione Assovini Sicilia, dedicata al tema di “Coltivare il futuro”, sottolineando il ruolo dell’associazione come protagonista e testimone del rinascimento vitivinicolo siciliano. Un’edizione fortunata, anche perché bagnata da attesissime piogge che non arrivavano in Sicilia da mesi. Quest’acqua, anche se ha offuscato la bellezza dei paesaggi, ha portato una certa serenità fra i produttori e soci delle cantine che hanno accolto nelle loro aziende gli oltre cento giornalisti provenienti da tutto il mondo. Che hanno partecipato a tour enogastronomici, visitato le 59 cantine e partecipato alle degustazioni delle più di 300 etichette messe a disposizione.
Generazione Next
Tra i produttori, il passaggio generazionale è diventato un fattore di fondamentale importanza: oggi la maggioranza delle cantine siciliane ha già integrato i giovani nella gestione aziendale, dando vita alla “Generazione Next”. Gli under 40 stanno portando nuove idee ed energie nel settore, definendo strategie per la comunicazione, la formazione e la valorizzazione del territorio, offrendo una visione fresca e chiara. Ma la Generazione Next non dimentica il passato come elemento di continuità per le aziende familiari.

Lo spirito di collaborazione dei produttori siciliani
“Il nostro 'fare squadra' ha orientato la vitivinicoltura siciliana all’eccellenza, contribuendo al suo successo”, commenta Antonio Rallo, past president di Assovini e attuale presidente del Consorzio di Tutela Doc Sicilia.
Sebbene piccola rispetto al mondo, la Sicilia è la regione più vitata d’Italia con 97 mila ettari, oltre 7.000 viticoltori, oltre 500 aziende che confezionano e 86,5 milioni di bottiglie prodotte a Km zero (dati 2022) in un territorio tre volte più grande di quello della Nuova Zelanda, e comparabile a quelli del Sud Africa e della Germania.
Alessio Planeta, past president di Assovini Sicilia, definisce invece l’arco temporale e storico del vigneto siciliano attraverso 3 epoche emblematiche: l’incanto del passato, il fervore degli anni ’80 e la vitalità del nuovo millennio, in cui “ogni fase racconta una storia, intessuta con numeri, tendenze e varietà che riflettono il nostro impegno per il futuro. Non è solo un esercizio di riflessione, ma un ponte verso il domani, plasmato dall’esperienza familiare e dall’innovazione. In un mondo in cui esportiamo in 75 mercati, operando in cinque regioni siciliane diverse, ci affidiamo alla saggezza dei nostri predecessori, come mio zio Diego Planeta, e alla nostra visione”.
Una vendemmia performante
I produttori siciliani hanno dato il meglio di sé grazie al loro saper fare, puntando sulla ricchezza varietale e sulla diversità degli areali siciliani, dimostrando abilità nel governare la complessa e sfidante situazione climatica. Nonostante una riduzione della quantità, con un calo del 31% rispetto allo scorso anno, hanno prevalso l'identità, il territorio e la qualità.
I vini ottenuti dalla vendemmia 2023 si distinguono per le loro caratteristiche di essenzialità, pulizia, chiarezza e definizione. Ne sono l’emblema il Grillo, che continua a manifestare la sua capacità di creare vini che evolvono positivamente nel tempo, un vitigno performante nelle riduzioni di quantità e che in questa vendemmia si è rivelato in vini dall’ampio spectrum aromatico e note tropicali più pronunciate. E ovviamente anche il Catarratto (anche col suo appellativo che si vorrebbe tornasse in auge, ossia “Lucido”, finito per indicare uno dei due biotipi di catarratto coltivati in Sicilia: il Catarratto Bianco Comune e il Catarratto Bianco Lucido) che è sempre più “glocal” grazie ai suoi valori di grande autoctono che incontra le caratteristiche del gusto internazionale. Vitigni come nero d’Avola, frappato, nerello mascalese e perricone si stanno affermando come vini del futuro, puntando su uno stile che unisce eleganza, versatilità e freschezza.
“Da questa annata 2023 berremo vini rossi con una forte identità, bianchi con un profilo aromatico complesso, vitigni autoctoni sempre più fedeli al territorio e internazionali dal nuovo e interessante profilo” afferma Mattia Filippi, co-fondatore di Uva Sapiens, società di consulenza nel settore vitivinicolo. Per dare maggiore valore al vino e trasmettere questo messaggio di bellezza, è fondamentale raccontarlo non solo a parole, ma anche tramite il miglior strumento del "B2B" disponibile, ossia gli eventi fieristici. Non è un caso se la Sicilia, attraverso il Vinitaly, detiene anche il primato di aver creato il primo padiglione regionale italiano, a conferma della sua ineguagliabile unicità.
SOStain
Nel 2020 è nata la Fondazione SOStain Sicilia, il cui obiettivo è accompagnare le cantine verso la misurazione dell’impatto che la loro attività ha sull’ecosistema.
“La Fondazione SOStain Sicilia riunisce le cantine siciliane che, facendo rete, si confrontano su temi diversi utilizzando il contraddittorio non più come presa di posizione ma come crescita reciproca” ha detto Alberto Tasca, presidente della Fondazione SOStain Sicilia. SOStain, il programma di sostenibilità per la vitivinicoltura in Sicilia, è promosso dal Consorzio di Tutela Vini DOC Sicilia e da Assovini.
La Sicilia, con quasi 40mila ettari (su 97mila di superficie vitata) è la prima regione in Italia per area agricola dedicata alla produzione biologica integrata e si pone come territorio di buone pratiche, grazie alla sua vocazione naturale e all’impegno di un numero crescente di produttori, consapevoli dell’importanza di un modello di viticoltura green, socialmente equo ed economicamente efficace.
La Sicilia si distingue anche nella gestione dei cambiamenti climatici. Secondo i dati del SIAS (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano) e le analisi dell’Autorità di Bacino Idrografico è la regione del Mediterraneo che meglio sta reagendo ai cambiamenti climatici. La biodiversità, le buone pratiche tradizionali, le tecniche agronomiche attuali e sostenibili e le varietà autoctone sono elementi chiave nella gestione sostenibile del riscaldamento globale.
La Sicilia del vino è dunque contemporanea, dinamica e moderna, e può passare dalla maestosità dell’Etna con i suoi 3.300 metri alla vastità placida del Mar Mediterraneo.

Le 59 aziende partecipanti all’edizione 2024 di Sicilia en Primeur (SEP)
Alessandro Di Camporeale; Animaetnea; Arianna Occhipinti; Baglio Di Pianetto; Benanti; Candido Vini Camporeale; Cantina Chitarra; Cantine Colosi; Cantine Fina; Cantine Settesoli; Caruso & Minini; Casa Grazia; Casa Vinicola Fazio; Castelluccimiano Viticultura Di Montagna; Cottanera; Cristo Di Campobello; Cusumano; Donnafugata; Duca Di Salaparuta; Feudi Del Pisciotto; Feudo Arancio; Feudo Disisa; Feudo Maccari; Feudo Montoni; Firriato; Giasira; Girolamo Russo; Gorghi Tondi; Graci; I Custodi Delle Vigne Dell'etna; Le Casematte; Masseria Del Feudo; Maugeri; Palmento Costanzo; Pellegrino; Pietradolce; Planeta; Principe Di Corleone; Principi Di Butera; Santa Tresa; Serra Ferdinandea; Spadafora Vignaioli In Sicilia; Tasca d’Almerita; Tenuta Di Castellaro; Tenuta Di Fessina; Tenuta Morreale Agnello; Tenuta Ferrata; Tenuta Rapitala'; Tenute Bosco; Tenute Lombardo; Tenute Navarra; Tenute Nicosia; Terra Costantino; Tornatore; Torre Mora; Valle Dell’Acate; Villagrande; Vivera; Zisola

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