La Sicilia profuma sempre meno di agrumi. A lanciare l’allarme è Coldiretti, che riprendendo i dati Istat ha annunciato come negli ultimi 15 anni la Sicilia abbia perso il 50% dei limoni, il 31% degli aranci e il 18% dei mandarini per far posto a distese di cemento, parchi eolici e alberi in stato di abbandono. Una situazione drammatica, che ha spinto anche il Fai a dedicare all’emergenza una parte della 5^ edizione di AgruMI, la manifestazione in programma oggi e domani a Milano cui parteciperà anche il ricercatore dell’Università di Palermo e studioso del paesaggio mediterraneo, Giuseppe Barbera: “Bisogna comprendere che gli agrumi non producono solo frutti, ma costituiscono l’anima del paesaggio siciliano”. (La Stampa) @ Dall’emergenza agrumi alla crisi del latte, che sempre più spesso obbliga le cooperative di trasformazione a intervenire per raccogliere il latte dagli allevamenti ed evitare la sua distruzione. Una situazione che ha spinto Coldiretti a mobilitarsi con mucche e trattori portando la protesta anche a Udine, dove gli allevatori hanno gettato per strada latte in polvere e cagliate straniere in simbolo di protesta. “Tonnellate di latte sono buttare perché vengono disdetti i contratti e il latte non viene più ritirato dalle stalle, dove però bisogna continuare a mungere per non far soffrire le mucche”. Questo quanto denunciato dal presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo, che ha aggiunto: “Il fatto che il latte italiano venga rifiutato dimostra quanto sia strumentale la posizione di chi sostiene che il latte straniero è necessario per soddisfare la domanda nazionale”. (La Stampa) @ Ma del latte gli italiani pare facciano a meno anche a colazione. A dirlo è Assolatte, secondo cui nel 2015 il consumo di latte fresco è diminuito del 9,5%. Tra le ragioni principali spicca il cambiamento nei consumi: la colazione non è più il rito del mattino e i nuovi italiani che hanno famiglie numerose, arrivano spesso da Paesi dove il latte non fa parte della tradizione alimentare. Ma verso quali cibi si orientano le nuove abitudini? Dai biscotti integrali alle barrette, dai cereali agli yogurt alle bevande vegetali al gusto di soia, avena, riso e grano. (La Repubblica) @ “Siamo incapaci di uccidere gli animali senza farli soffrire”. Così l’animalista francese Brigitte Gothière, intervenuta a seguito della diffusione delle immagini shock registrate in un macello dei Pirenei. Un video dell’orrore che ha fatto intervenire anche il ministro francese dell’Agricoltura Stephane Le Foll e che messo in discussione l’intera filiera accendendo il dibattito anche in Italia. E mentre le associazioni animaliste attaccano: “Gli animali soffrono e le norme sono ignorate, ma le Asl fingono di non vedere”, Assocarni replica e dice: “La filiera rispetta i protocolli. Problemi si riscontrano solo negli stabilimenti più piccoli”. (Corriere della Sera) @ Intanto fa discutere, a Milano, l’apertura del primo asilo nido vegano, che sottopone i piccoli ospiti a una dieta priva di alimenti di origine animale. E i medici attaccano: “Gli adulti facciano quello che credono, ma rinunciare a carne, pesce, uova e latticini nell’età dello svezzamento è un pericolo per la salute”. (Libero) @ “Un regime fiscale semplificato per agevolare i trifolai e migliorare la tracciabilità del prodotto. E’ l’obiettivo del Governo, che ha presentato un emendamento al Ddl Legge europea per portare l’Iva sui tartufi dal 22% al 10%. Nelle prossime settimane la discussione arriverà in Parlamento. (La Stampa)