Storie di asparagi e i muretti a secco come opere d'arte

08.05.2017

Tutti pazzi per l’asparago. Su La Verità è da leggere l’approfondimento di Giancarlo Saran sul frutto di primavera che regnò nei banchetti degli Asburgo e dei sovrani francesi. “In Italia fu lodato dai monsignori che passavano per Bassano diretti al Concilio di Trento - si legge - mentre in Friuli ha scalzato la coltivazione della vite”. @ Il gelato? Meglio se servito con il vino. E’ l’idea venuta a Lara e Giorgio Lombardi, due gelatieri di Novi Ligure (Alessandria) che da qualche giorno nel loro negozio abbinano ai gusti di gelato un bicchiere di vino o un liquore. “Ma non si tratta di un affogato - precisano - offriamo un bicchiere di vino da abbinare a un gusto particolare”. E tra gli abbinamenti più apprezzati, al momento, spiccano quelli tra fragola e Brachetto, crema e Passito. (La Stampa) @ Ma tra le “storie da gustare”, interessante è anche quella del Ristorante Macelleria Motta di Bellinzago Lombardo (MI), “l’Università della carne che conquistò anche Cracco e il Cav” divenuta celebre per chicche come il prosciutto di manzo, il bollito e il “bisteccone”. Su Libero l'approfondimento Tommaso Farina. @ Dalla Macedonia alle Langhe per ritrovare la sua terra d’origine. E’ la storia di Asen Milonov, il viticoltore sfuggito alla guerra in ex Jugoslavia che da 25 anni lavora sulle colline di Castiglione Faletto nella cantina di Enrico Scavino. “Ricordo bene cosa mi disse Scavino quando mi presentai - confida su Repubblica - Voleva sapere se guidavo il trattore. Ne aveva più bisogno del pane”. Anche lui è stato premiato da Angelo Gaja al castello di Grinzane Cavour insieme a Istvan Szepsy, il produttore ungherese che ha fatto rinascere il vino Tokaj. @ I muretti a secco come opere d’arte. Lo scrive su Repubblica di oggi Giampaolo Visetti, che spiega come vari paesi abbiano deciso di candidare queste opere a Patrimonio tutelato dall’Unesco e racconta come in Italia sia già boom di richieste per iscriversi ai corsi dove anche i giovani imparano come salvarli. @ Prosciutti e tecnologie possono andare a braccetto. Ne è convinto Vladimiro Dukcevich, l’ad del gruppo Principe che su La Stampa spiega come l’azienda di cui è a capo sia diventata una protagonista nel settore dei salumi partendo proprio dal San Daniele. “Il prosciutto è sempre lo stesso - dice - ma a cambiare è stata la consapevolezza dei consumatori. E qui è intervenuta la tecnologia, che ci ha permesso di implementare la sicurezza alimentare, che non è mai stata importante come oggi”. @ Dai prosciutti alle pentole con la storia di Agnelli, il marchio cui è indissolubilmente legata la famiglia che a Bergamo, da 110 anni, crea business grazie alla particolare lega di alluminio con cui produce le sue pentole. Un’intuizione che ebbe per primo il fondatore Baldassarre Agnelli, un ex orafo che già nel 1907 capì come sfruttare il materiale in maniera industriale.

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