Storie di vino, il teologo social che coltiva la terra e turismo sul lago di Garda

22.06.2021

Il mondo del vino che aveva temuto il tracollo esce cambiato (e rafforzato) dalla pandemia grazie a creatività e resistenza dei tanti addetti ai lavori, viticoltori in primis. A loro è dedicato il Premio Gavi La Buona Italia, che quest’anno punta su “multicanalità e contaminazione, così cambia la comunicazione del vino”. Sarà assegnato il prossimo 9 luglio a Gavi e nell’occasione verrà presentato il rapporto “One Year After”, realizzato dallo Iulm Wine Institute. Finaliste 20 tra cantine e Consorzi di tutta Italia che si sono distinte grazie all’uso del digitale, oltre a una ritrovata consapevolezza delle reti locali. Su La Stampa parla il presidente del Consorzio di Tutela del Gavi, Maurizio Montobbio, che spiega: “I consorzi sono diventati quasi tutti editori: ci siamo messi a produrre webinar”. E ancora: “I produttori sono diventati testimonial di se stessi, protagonisti della propria produzione”. @ Matteo Ascheri è stato confermato presidente del Consorzio di Tutela del Barolo, Barbaresco Alba Langhe e Dogliani. E’ stato eletto la scorsa settimana dall’assemblea dei produttori, insieme con il nuovo CdA. Guiderà per il prossimo triennio il Consorzio che conta più di 500 aziende vitivinicole associate che rappresentano 10 mila ettari di vigneti in Langa e Roero, con una produzione di oltre 60 milioni di bottiglie. (La Stampa) @ Sul Corriere della Sera è da leggere anche la storia di Matteo Fiocco, il teologo contadino che coltiva la terra sul web. Conosciuto come Matt the Farmer, su YouTube conta già 300 mila follower e 53 milioni di visualizzazioni. “Tornai umiliato dal Congo - racconta - La tribù funziona meglio della democrazia”. Suo anche il libro dal titolo “Sono Matteo e faccio il contadino”, edito da Cairo, nel quale per sette volte si definisce “malmostoso”, ma in realtà - rivela Stefano Lorenzetto - è molto socievole. @ Rinasce il turismo sul Lago di Garda. La stagione parte piano, ma le spiagge di Sirmione, Manerba e San Felice continuano ad attrarre turisti. In villeggiatura non solo tedeschi e olandesi, ma anche italiani che riscoprono la bellezza dei soggiorni di prossimità. L’approfondimento di Mariavittoria Zaglio sul Corriere della Sera di Brescia.

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