Dedicato, come si evince dal nome, al nonno di Ferdy, che si chiamava proprio Cirillo e che abitava nella baita dove oggi risiede lui, a 1.350 metri d'altitudine. Questo particolarissimo stracchino è figlio della mungitura manuale di sole quattro vacche che a fine estate, invece di raggiungere i prati bassi, rimangono in quota a cibarsi esclusivamente delle erbe di ricrescita.
Il loro latte, che risulta essere molto grasso perché concentrato, viene lavorato a crudo con un processo di caseificazione molto semplice, che è quello tipico dei formaggi a pasta molle.
Il latte, che viene scaldato leggermente – fino ai 37 gradi – su fuoco a legna, dà vita così a soli quattro stracchini al giorno per un periodo massimo di due mesi, ovvero finché le vacche trovano erba di cui cibarsi in quota: da qui si comprende il motivo per cui la produzione sia molto ridotta.
L'ulteriore particolarità dello Stracchino di Nonno Cirillo è che viene fatto
riposare per circa un mese nel
fieno tagliato manualmente. Questo affinamento conferisce al formaggio un profumo e un sapore inconfondibili che richiamano l'erba e i fiori di montagna.