Sant'Anna è il nome di una collina, in una splendida posizione, tra il Tanaro e il paese di Castigliole. Qui sorgeva la Tenuta del Colunel, una cascina ottocentesca immersa in una vigna da 5 ettari in corpo unico. Dopo anni di abbandono, l’acquisto da parte della famiglia Lenti (un nome ben noto per il prosciutto cotto). Però non è la solita storia di imprenditori che investono risorse nella vigna. E’ la storia, soprattutto, di una insegnante, Orsetta Lenti, che si innamora della vigna. E da brava professoressa fa quello che tutti i neo vignaioli dovrebbero fare: studia. Corsi da sommelier (beve molti vini della Borgogna, spiega), fondamenti di enologia e agrotecnica. Si affida a dei bravi professionisti (uno è l’enologo Giuliano Noè), che ben conoscono quel territorio.
Nel 2013 il reimpianto, solo con le due uve locali per eccellenza, quindi barbera e moscato. La linea dei vini Sant'Anna dei Bricchetti (Strada dei Bricchetti 11 • tel. 3484420363) che costruiscono negli ultimi due anni, pur annoverando già nove referenze, è composta solo da queste uve. Partiamo dalla Barbera, che è regina come quantitativi. Ne fanno tre versioni classiche: una Piemonte Doc vivace, una Barbera d’Asti e una Superiore. “Ricordi" è il nome della Barbera d’Asti che, scrivono, “dei nonni”. Fermentazione e maturazione in acciaio, si presenta di colore violaceo, profumi più fruttati che floreali, con le classiche note di ciliegia. In bocca è di medio corpo, asciutta, con una evidente freschezza. Da manuale.
La Barbera d’Asti superiore ha il nome di Bricchetti. Fermentata in acciaio e elevata in barrique per un anno, nel campione 2014, ha colore tendente al granato, al naso è profondo, percorso da una nota dolce di vaniglia e caramello. In bocca è fresco, rotondo, con tannini morbidi. La sorpresa però ci arriva dalla versione rosato della Barbera. Si tratta dello Zefiro (commercializzato come vino da tavola), che deriva da mosti rimasti a contatti con le bucce per poche ore quindi vinificato e affinato in acciaio per alcuni mesi. Il vino che si ottiene ha un bel colore che vira all’arancio, al naso è fine, con le note fruttate tipiche della Barbera, mentre in bocca sfrutta al massimo la freschezza naturale dell’uva.
E il Moscato? E’ la base dell’unico bianco secco della cantina. Suggestioni, appunto. Il Moscato secco è un vino particolare, difficile. Tende a esplodere al naso e lasciare una piacevole nota amara nel retrogusto. Quello firmato dalla cantina Sant’Anna è sicuramente uno dei migliori assaggiati ultimamente. A incidere positivamente è la fermentazione e la maturazione di 6 mesi in barrique, che stempera questi difetti originari. Nel bicchiere c’è un vino dal colore paglierino scarico, che al naso si apre in un grande bouquet floreale che ricorda le essenze dei profumi, la caratteristica sfumatura dolce, di zucchero filato, mantenuta viva però dalla nota citrica. Un naso fine, raffinato, che valorizza un’uva straordinaria come il moscato bianco. In bocca ha buona struttura, una certa morbidezza e la giusta acidità per rendere piacevole la beva. Un bel vino, da abbinare a un cous cous con gamberi. Nei prossimi mesi sarà pronto anche il metodo classico da uve barbera in purezza che, visto la natura dei suoli di questa collina, percorsa da venature di gesso, potrebbe riservare piacevoli sorprese (la zona della Champagne insegna).
P.s. Abbiamo assegnato l’assaggio meditato dei vini di questa cantina a Fabio Molinari, dopo che il sottoscritto (Paolo Massobrio) con Marco Gatti, a Golosaria Monferrato siamo rimasti colpiti dalla Barbera dei Bricchetti. Condividiamo ogni parola. Questa è una gran bella novità.