Tenuta Casteani e la ricerca della purezza

Lo Spirito Libero della Maremma e un'interessante novità

12.06.2016

Tenuta Casteani (tel. 0566 871050) non vanta radici medioevali, nemmeno grandi storie di famiglia. Nasce da un’industria mineraria, che sarebbe poi diventata la Montecatini, che qui costruì i primi casali sul finire dell’Ottocento. Oggi quegli stessi casali sono stati ristrutturati e dal 2002 la tenuta è diventata cantina e wine resort, secondo l’ambizioso progetto di Mario Pelosi, ingegnere meccanico prestato al mondo del vino. Siamo a Gavorrano (Gr) a una manciata di chilometri dalla costa e dal Tirreno che si fa sentire con la brezza notturna. Le vigne sono diffuse su 15 ettari dei 90 totali (ampio spazio è dato anche all’uliveto). I risultati più interessanti sono quelli ottenuti con i vitigni tradizionali in purezza. Abbiamo assaggiato il loro vermentino, sia nella versione brut millesimato, sia in quella “Spirito libero” ovvero un vino senza solfiti aggiunti che in etichetta reca la quantità di anidride solforosa sviluppata naturalmente durante la fermentazione. Il risultato, nel campione 2015, è un vino dal colore paglierino con riflessi dorati che la naso colpisce per l’intensità e  l’esuberanza, di frutti tropicali che scalzano le note più citrine. In bocca è un vino marino, sapido e con un’acidità spiccata. Il suo contraltare versione spumante metodo charmat si chiama Piccabon. E’ un vermentino in purezza, annata 2015, che nel bicchiere si mostra di un bel colore paglierino e perlage mediamente fine. Interessante al naso la nota più spiccatamente agrumata e balsamica che in bocca, sfruttando l’acidità naturale del vitigno, si traduce in una certa freschezza. Il sangiovese allo stesso modo del vermentino percorre le due strade, della spumantizzazione (ma in questo caso parliamo di un metodo classico) e della vinificazione tradizionale in acciaio senza solfiti aggiunti. Il brut nature si chiama Rusada ed è al primo anno di produzione. Il risultato è convincente soprattutto al naso, dov’è fine, con una nitida crosta di pane che si accompagna perfettamente ai profumi di piccoli frutti. In bocca si percepisce ancora la nota tannica, ha una buona mineralità, ma sconta un perlage evanescente. Ancora una volta l’assaggio più convincente è per il vino che abbiamo riconosciuto come Top Hundred lo scorso anno, ovvero Spirito Libero da uve sangiovese, annata in questo caso 2015. Colore rosso porpora tendente al violaceo, ha un naso pulito, intenso, con note piacevoli e nitide di frutti di bosco, lamponi, fiori, rosa, ed erbe aromatiche. In bocca ha corpo, è lungo, sapido e con un tannino a briglia sciolta che lo rende piacevolmente nervoso e fragrante. Un vino che ricerca pulizia, anzi purezza, e che proprio per queste sue caratteristica si presta a diversi abbinamenti, tradizionali e non solo.  

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