Questa storia inizia con un Papa supereroe. Perché questa è stata l’opera (insieme al Papa street artist) che ha portato l’artista romano Maupal agli onori della cronaca. Soprattutto è una delle opere che sono state capaci di avvicinare maggiormente gli italiani a questo genere artistico.
L’idea geniale della cantina Terre da vino di Barolo è stata quella di utilizzare questo concetto urbano, metropolitano, di arte per spiegare un processo complesso come quello della viticoltura e della vinificazione. Le cantine sono sempre più l’immagine nuova dell’Italia che si anche costruendo anche attraverso l’estetica delle cantine; e quando questa estetica è pop diventa potentissimo mezzo di comunicazione.
Parola di Philippe Daverio chiamato a tenere a battesimo questo lavoro che insieme a una serie di fotografie poste all’esterno della cantina dà vita a un ciclo di sedici pannelli (otto fotografici all’esterno e otto opere di Maupal all’interno) che accompagnano il visitatore a scoprire come si passa dalla pianta alla bottiglia. Il racconto per immagini sposa perfettamente l’estetica e il percorso (ops, scapperebbe quasi l’aggettivo espositivo) della cantina Terre da Vino.
Splendida infatti l’architettura che gioca con le curve delle colline. All’interno invece una passerella sopraelevata in legno permette di attraversare tutta la produzione dai tini in acciaio per la prima fermentazione a quelli in legno per la maturazione dei nebbioli o alla sala delle barrique.
Così la cantina diventa pienamente luogo turistico e luogo da vivere con tanto di fermata al wine bar con bottega prima di uscire (con i vini - tanti - prodotti da Terre da vino e una selezione di prodotti alimentari locali di qualità). Completa il quadro una scenografica sala conferenze con un centinaio di posti a sedere circondata vetrate affacciate sulle colline.
E in tutto questo il vino? C’è nella sua potenza immaginifica ed economica (bella l’espressione usata alla presentazione riferita proprio alla cantina: “E’ il Quarto stato dei contadini che si affrancano dalla malora” riferendosi alla natura cooperativa di Terre da Vino). E c’è anche nelle opere di Maupal. Raccontato con il fil rouge del “professor Sac”, il lievito, presentato come “il vero enologo”. Il resto è un tripudio di colori, stile da fumetto, espressione pop alla sua massima potenza. Per raccontare il vino a tutti, facendo cultura. Da vedere e rivedere.