Nuova tornata di assaggi della nostra redazione con nuove scoperte in Toscana e Piemonte e assaggi clamorosi sull’asse Mo-Mo (Monferrato- Mosella)
LA CASAIA
Santa Giuletta è uno dei paesi enclave del vino in Oltrepo Pavese e
La Casaia, che nasce da una costola dell'azienda Lozza, come progetto totalmente rinnovato nel segno del bio, rappresenta appieno le potenzialità del territorio. E lo fa con un grande classico dell'Oltrepo come la Bonarda e con la spumantistica, mentre sta lavorando in modo interessante sul pinot nero che, si capisce subito scorrendo le etichette, rappresenta la loro scommessa. Consensi unanimi per lo
Chardonnay metodo classico Brut Passione, di colore giallo oro con bollicina di media grandezza, ha un naso decisamente floreale con profumi di viola accompagnati da una marcata speziatura. in bocca è secco, diritto con acidità decisa e finale amaricante. La
Bonarda dell’Oltrepo Pavese Armonia 2020 ha naso complesso, floreale (geranio, rosa) e speziato (pepe nero e china) che ritroviamo in bocca. Sono invece tre le interpretazioni del Pinot Nero, ovvero vinificato in bianco
La Rosa Bianca 2020, con un naso che è esplosione di piccoli frutti quasi zuccherati al naso, vinificato in rosato
Una Notte 2020, una caramella al lampone, e il
Pinot Nero La Quercia 2019 che
intreccia inchiostro e chiodi di garofano in un bicchiere alla ricerca di definizione. Li conosceremo da vicino il 19 marzo, all’Hotel Melià. durante la prima Giornata del vino di Golosaria.
TENUTA SAN JACOPO
Uno splendido complesso del Settecento circondato da oltre 130 ettari di viti, oliveti e boschi rappresentano il cuore dell'impresa
Tenuta San Jacopo fondata dai fratelli Vanni, Carlo e Marco Cattaneo che nel 2002 hanno acquisito la proprietà puntando su una ristrutturazione dei vigneti secondo l'impronta della viticoltura biologica. Oggi le diverse case coloniche e i fabbricati si sono aperti all'ospitalità in splendidi appartamenti immersi tra queste affascinanti colline che segnano il confine tra Chianti Classico e Valdarno mentre la cantina ha saputo ritagliarsi una propria identità ben definita. Ne abbiamo avuto la riprova fin dall'assaggio dello
Chardonnay di Toscana Quarto di Luna 2020, di colore paglierino, ha naso delicato, con profumi di ananas e banana verde. In bocca è ampio, filigranoso, sapido. Il
Sangiovese Valdarno Di Sopra Vigna del Mulinaccio 2018 è un vino polposo, fruttato e officinale, caldo ma non troppo con un finale dove arriva il mallo di noce. Il
Valdarno di Sopra Rosso Orma del Diavolo 2018, taglio bordolese di sangiovese, merlot e cabernet sauvignon, ha naso intrigante con frutta sotto spirito e peperone, mentre in bocca prevale la freschezza. Il
Chianti Biologico Riserva Poggio ai Grilli 2018 è il loro cavallo di battaglia e soprattutto è il bicchiere che mantiene appieno queste promesse: il naso è un concentrato di frutta rossa e cacao con note minerali. In bocca è vibrante, l'acidità non molla mai, però il sorso è compiuto nella sua rotondità. Di buona persistenza. Chiudiamo con il T
oscana Biologico Caprilius 2016, altro vino da campioni: ha naso profondo, di ciliegia sotto spirito, cacao e idrocarburi. Bellissimo sorso, con ingresso morbido e tannino avvolgente.
HOFSTäTTER
Di
Hofstätter un solo assaggio che però vale un libro. Abbiamo assaggiato il
Riesling Mosel Bockstein Ockfen 2019 Weingut Dr. Fischer, nato da un progetto in Mosella firmato da Martin Foradori. Semplicemente monumentale: al naso è da manuale, con una prima nota intensa di idrocarburi che man mano si attenua lasciando spazio ai profumi di miele di agrumi, netti, puliti. In bocca apre dolce senza esserlo, perché acidità e sapidità creano il giusto mix che agevola la salivazione con una sensazione di freschezza che invita a bere. Fuori categoria.
AZIENDA AGRICOLA SARA VEZZA
Sara Vezza è la degna erede di una storia importante nel mondo del Barolo e dei grandi vini di Langa, trasmessa per via femminile dalla madre Josetta Saffirio. L'
azienda agricola Sara Vezza è un progetto che porta il suo nome e che si sta imponendo con bottiglie di grande valore. Due assaggi in taccuino. L'
Alta Langa Brut Metodo Classico 2018, un vino dalla bolla molto fine, raffinata, naso composto con profumi agrumati e gessosi, in bocca buona acidità. Grandissimo il
Barolo Ravera 2017, un rosso balsamico, con al naso fragolina di bosco, grafite, cola. In bocca è elegante, giocato sulla via della leggerezza. I tannini sono già composti, il sorso è nobile nella sua nitidezza e leggerezza.
GUALDORA
Siamo a casa di
Gualdora, una nostra vecchia conoscenza nel Piacentino che già una volta ci aveva conquistato con lo Spumante Brut Metodo Classico 'Dal tramonto all’alba', che abbiamo voluto premiare con il Top Hundred. Questa volta, invece, ad andare a segno il
Vino Rosso UY, dal naso intrigante di ciliegia sotto spirito e amaretto, con una netta spinta dell'alcolicità. In bocca esce anche la parte floreale della rosa, con una bella acidità finale. Da segnalare tra gli altri assaggi anche la Malvasia Frizzante Blanca vendemmia 2021 e il Gutturnio Superiore Otto 2020
TERRE ASTESANE
Terre Astesane è una cantina sociale che rende onore ai migliori vini piemontesi, nata nel 1901 e oggi capace di raggruppare 130 soci nei comuni di Mombercelli, Vinchio, Agliano, Belveglio, Montaldo Scarampi che coltivano 220 ettari di vigneti. Se la sua specialità resta la Barbera (ve ne parleremo a breve), è però in grado di farsi notare anche con alcuni insospettabili come il
Piemonte Sauvignon Sabbione 2020 che va a cercare l'anima aromatica e officinale sul sauvignon, tenendosi a distanza dal bosso (o pipì di gatto che dir si voglia) a vantaggio della parte mentolata. In bocca è rotondo, fresco, con la finezza propria del Sauvignon. La
Barbera D’Asti Superiore Savej 2018 dei due campioni è quello che va a cercare la sontuosità, allontanandosi dal terreno proprio della Barbera per puntare su una naso di vaniglia e chiodi di garofano che rischia di mettere un freno al bel frutto di questo vitigno. Frutto che invece ritroviamo nella sua massima espressività nella
Barbera d’Asti Anno Domini 2020, campione imponente ma assolutamente piacevole di Barbera. Rotonda ma con le sue peculiarità, a partire dall'acidità. Naso di frutta rossa e spezie dolci. In bocca è filigranosa, avvolgente.
AZIENDA AGRICOLA BERTAGNA
Bertagna ha sede in un luogo particolare, le colline moreniche tra il Garda e il mantovano, a Cavriana, un paese da scoprire, con il centro medioevale che è un gioiello. In questa terra di confine le tradizioni vinicole si intersecano e Bertagna può proprio contare su questa varietà dell'offerta che in pochi possono avere. Il suo
Lugana 2021 è particolare, con un'aromaticità spiccata, di fiori bianchi e frutta bianca che sembra quasi evocare la dolcezza di un moscato. L'
Alto Mincio Bianco Montevolpe 2021, da uve chardonnay, gioca sulle stesse note morbide al naso aggiungendoci però una intrigante speziatura. L'
Alto Mincio Cabernet Del Barone 2019 è la vera sorpresa della tornata di assaggi, con un naso fruttato, pulito, decisamente piacevole che pareva ricordare la freschezza di certi Lambrusco. Invitante anche alla beva. Una dolcezza che ritroviamo anche nel
Merlot Rosso Del Chino 2018 che invece lascia spazio alla struttura e alla ricerca di un naso contrassegnato da una maggior complessità nell'
Alto Mincio Rosso Montevolpe 2016.
VILLA BUCCI
Villa Bucci è un altro storico Top Hundred che si impose fin dall'inizio della nostra selezione con il Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva 'Villa Bucci', rimasto uno dei campioni monumento della denominazione. Oggi lo abbiamo riassaggiato con due rossi, che ne confermano la nomea di cantina dove l'eleganza è un marchio di fabbrica. Il
Rosso Piceno Tenuta Pongelli 2019, da uve montepulciano e sangiovese, è quasi didascalico, con naso di fragoline, note officinali, una sottile speziatura. Il sorso è ampio, elegante, preciso. Il
Rosso Piceno Villa Bucci 2018 sempre uvaggio montepulciano e sangiovese, anche in questo caso ha una parte fruttata che pare quasi cesellata con piccoli frutti rossi e marasca su cui si innesta la parte più complessa di spezie e caffelatte. In bocca il sorso è elegante, di buona freschezza.
AZIENDA AGRICOLA ALTARE NICHOLAS
La storia dell'
azienda agricola Altare Nicholas un ragazzo appassionato, che arriva da una famiglia di coltivatori di uve, sempre vendute ad altri. Nel 2015 la svolta con la prima vinificazione di dolcetto guidato dalla cantina Principiano Ferdinando e, visto il successo, l'idea di continuare a vinificare in proprio puntando anche su barbera e nebbiolo. Alla prova dell'assaggio possiamo dire che questo ragazzo oltre a passione ha anche stoffa. Il
Dogliani 2020 ha un naso ruspante, nella miglior accezione di questo termine, e balsamico al tempo stesso, con profumi di rosmarino, in bocca si distende bene, pieno, piacevole. Fresco. Il
Langhe Nebbiolo 2020 ha un naso dotato già di una certa complessità, con grafite, liquirizia, tartufo accompagnati da una speziatura dolce (noce moscata). In bocca è consistente, con una nota quasi ematica ma assolutamente godibile. Tannini composti. Nota di merito anche per il
Langhe Barbera 2020, una Barbera rustica e selvaggia con un naso iconico, vivace e pregno di frutta rossa ed erbe. In bocca l'acidità spariglia tutte le carte. Un vino da pasto, che si fa masticare.
IL VERRO
Il verro è il maschio del cinghiale ed è anche il nome scelto da cinque amici per fondare un'
azienda agricola capace di puntare esclusivamente (e in tempi non sospetti) sugli autoctoni. Anzi, su vini strettamente territoriali, difficili da far conoscere e presentare. Vini che ci hanno incuriosito e piacevolmente stupito. Il
Terre del Volturno Pallagrello Bianco 2020 ha colore oro brillante. Naso pulito, vibrante, che ricorda la buccia della pesca. In bocca è fine e pregnante, complesso, vibrante. Il
Terre del Volturno Sheep 2020 è quello che ha attirato fin dall'inizio la nostra attenzione, perché ottenuto dalla vinificazione del raro vitigno coda di pecora. Ha colore oro brillante che tende all'antico. Al naso, note minerali e di frutta matura a tratti fermentata. In bocca bell'equilibrio, spinta acida e minerale che diventa sempre più evidente col passare del tempo. Il
Terre del Volturno Pallagrello Nero 2019 conferma l'ottima impressione suscitata dalla cantina con un vino terragno, che al naso punta sui sentori di sottobosco e selvaggina e in bocca è tannico, ampio.