Mentre andavamo verso San Lorenzo in Banale, Mariano fermò la macchina, tirò il freno a mano e ci fece segno di scendere. L’aria di febbraio era gelida. “Il Brenta che si vede di qui è il più bello.” Eravamo circondati dalla catena di montagne innevate. Lui indicò il fianco di una montagna e continuò: “Quest’estate, quando arriveranno le ragazze di Nadeshiko, potremmo visitare una malga di Val d’Ambienz. Mi piacerebbe fargliela vedere.” Mi vennero in mente tutte le ragazze una a una. In montagna a quota 2.000 che faccia avrebbero fatto!?
“Quanti caffè?” Nell’Abbazia di Rosazzo davanti alla macchina del caffè, piazzata appena fuori dalla sala della nostra riunione, la Signora Elda Felluga così ci chiese facendo saltare rumorosamente le monete nella mano. Un piccolo simpatico gesto quotidiano, fatto da una donna che guida uno dei grandi marchi del vino italiano, stimato dai produttori e amato dagli appassionati di tutto il mondo. Mi tese un bicchierino di plastica col caffè caldo e le mie dita sfiorarono le sue. Ero tesissima perché dovevo spiegare il nostro progetto e soprattutto dovevo chiedere una sponsorizzazione. Buttai giù un sorso bollente pensando a come incominciare, ma mi accorsi subito che in ogni sguardo, in quella sala, c’era un sorriso che mi incoraggiava e mi diceva: “Ora raccontaci tutto!”
Quest’estate la Compagnia Musicale Nadeshiko, un gruppo solo femminile di giovani soprani di Tokyo, accompagnato da soliste di altissimo livello, verrà ospitato in due località del Nord Est per fare due concerti a scopo di beneficienza.
Venerdì, 24 luglio Ore 21 al Teatro di San Lorenzo in Banale (TN)
Domenica, 26 luglio Ore 20 e 30 all’Abbazia di Rosazzo, Manzano (UD)
In Giappone tutto questo viene chiamato “EN”, una parola brevissima, ma densa di significato, che si potrebbe tradurre “incontro fatale o destinato”. Nello scorso gennaio ricevetti una telefonata da Akiko con la solita voce vivacissima. È lei la leader della Compagnia Musicale Nadeshiko e da 6 anni organizziamo insieme concerti a scopo di beneficienza in Europa. Lei non ha paura di niente. Tant’è che fu una di quelli che entrarono a Fukushima a fare dei concerti, sempre per beneficienza, subito dopo il terremoto del 2011. Mi aveva telefonato per parlare del tour di quest’anno. “Tu lo sai benissimo che le nostre ragazze vengono in Italia pagandosi il viaggio da sole, senza l’aiuto di nessuno. Quindi hanno bisogno di una causa giusta per impegnarsi e per cantare. Tu pensi che ci sia qualche iniziativa meritevole a cui potremmo essere utili?”
Fu proprio nel pomeriggio di quel giorno che vidi il video in cui il nostro Paolo Massobrio chiedeva la solidarietà ai soci del Club Papillon per il progetto Transumanza della Pace. Gianni Rigoni Stern, agronomo dell’altopiano di Asiago, dopo aver visto lo stato di prostrazione in cui giacciono ancora le popolazioni bosniache di Srebrenica, ha deciso di aiutarle a reinventarsi una piccola attività economica, donando dei capi di bestiame e supportando la fase di avvio dell’allevamento. Mi stupì molto che un club di gourmets si facesse carico di un progetto di beneficienza. Ma ancor di più che un lavoro tradizionale come la pastorizia, a cui nelle mie valli biellesi sono così abituata, potesse diventare un faro di speranza per i sopravvissuti del massacro.
Finora le Nadeshiko avevano cantato per i terremotati del Giappone e dell’Emilia, per un’associazione sportiva di Biella in difficoltà finanziaria e addirittura la loro voce aveva dato un po’ di sostegno ai bimbi del Burundi. Tuttavia alle ragazze non è mai capitato di cantare per invocare la pace. Il 2015 è il ventesimo anniversario di Srebrenica e, pochi giorni dopo, il settantesimo anniversario di Hiroshima e Nagasaki e, per di più, da qualche tempo, vediamo alla televisione immagini di violenza e di ferocia inaudite. Dopo la nostra telefonata io sapevo benissimo chi avrei dovuto contattare e perché. “ “Nadeshiko” è il nome di un fiore e a volte viene usato come simbolo della figura ideale della donna giapponese. Senza dubbio le musiciste della Compagnia Musicale Nadeshiko sono di altissimo livello, ma quello che colpisce il cuore degli europei è soprattutto la loro allegria e l’impegno senza risparmio che profondono durante le loro esibizioni. Quest’anno poi agli eventi parteciperanno anche attori locali che reciteranno i testi e, prima del concerto, è programmato un intervento del Sig. Gianni Rigoni Stern per spiegare qualche cosa in più sul progetto.
Da quando ho cominciato a lavorare per i concerti di quest’anno ciò che mi ha più colpito è sempre stata la straordinaria condivisione dimostrata dalla gente di questi due posti, proprio con la stessa emozione che ho provato io quando ho visto il video di Paolo san! Era purtroppo impossibile per motivi di quarantena, ma la gente del Friuli voleva regalare al sig. Gianni addirittura altre mucche! Questo spirito di solidarietà mi ha fatto veramente felice. Gli italiani che vivono ai piedi delle Alpi sono abituati a vedere gli esseri umani e le bestie che vanno su insieme in montagna a continuare la loro vita dove il pascolo è più verde. Forse da questo è derivata l’idea che proprio questo atto primordiale ha in sé una forza da cui la vita potrebbe trarre l’energia per ripartire e, nello stesso tempo, conoscono benissimo il calore che contiene la tradizione della “Transumanza”. La scorsa settimana, quando tutti gli organizzatori dedicavano il loro tempo per gli ultimi preparativi, è stata proprio quella in cui successe il massacro 20 anni fa. In solo 10 giorni, dal 13 al 22 luglio del 1995, furono uccise più di 8000 persone. Le giovani giapponesi canteranno non solo per invocare la pace, ma anche per consolare l’anima delle vittime e per gli abbandonati vivi in una terra ormai desolata. Quanto sarebbe se potessero ascoltarle anche le signore di Srebrenica che allevano le loro mucche! Sulla melodia suonata da un violino e pianoforte, Akiko canterà del cielo all’ora del tramonto, e la campionessa mondiale di fischio farà volare un uccellino in quel cielo. Ci auguriamo almeno che chi verrà a sentire possa tornare a casa con qualcosa di molto dolce nel cuore.
Tutto questo non sarebbe successo se lo “EN” giapponese non ci avesse fatto conoscere Elda Felluga, Renata Fedrizzi, Alessandro Franco, Josè Franco, Mariano Sottovia, Lorenzo Mocchiutti e Federica Magrini e Gianni Rigoni Stern, il nostro Paolo Massobrio san e anche mio marito Claudio che mi ha sempre aiutato e incoraggiato. Otre a loro, dobbiamo ringraziare tutti gli amici della Pro Loco di San Lorenzo in Banale, l’Agenzia per il Turismo Terme di Comano, l’Az. Ag. Livio Felluga, la Fondazione Abbazia di Rosazzo, la Pro Loco di Manzano, Le Badie, Hybrida e il Club Papillon.
Ma io credo che tutto questo sia merito non dello EN giapponese ma del “faro” italiano della transumanza. Una delle Nadeshiko, nata e cresciuta al centro di Tokyo, mi dice via mail “ho comprato un paio di scarpe da ginnastica per andare in montagna. Mi sta venendo già il batti cuore!”.