Trattorie alla riscossa, re cappone e il Veneto delle eccellenze

03.12.2018

Trattorie alla riscossa. Massimo Bottura sulle pagine di Corriere Extra dedica un elogio alle tradizioni e alle osterie del rigore e del sapore che si tramanda. @ Onore al cappone, “re” del pranzo di Natale. Sulle tavole degli italiani se ne consumeranno 1,5 milioni. Fin dal medioevo veniva preparato in brodo durante le festività di dicembre e ogni regione lo cucina a modo suo: bollito, arrosto, farcito o al tegame. E per Pellegrino Artusi diventa sublime se cucinato nella vescica del maiale. L’affondo di Morello Pecchioli su La Verità di sabato. @ Non un semplice risotto alla milanese, ma un “Omaggio a Milano” composto da panettone tradizionale con riso e zafferano. E’ il piatto principe della cena di gala che lo chef Daniel Canzian - miglior tavola di Milano per il GattiMassobrio 2019 - proporrà venerdì 7 dicembre in occasione della prima alla Scala. Un menu ispirato dal terzo atto dell’opera che sarà proposto a 500 invitati con portate che andranno dalla mousse di broccoletti con cavolo viola e mele al Toc’ in braide friulano, dal panzarotto alla romana con cacio e pepe all’anolino alla parmigiana in brodo di cipolle. (QN) E in tema di panettoni, è da leggere anche la storia della Pasticceria Giotto del carcere di Padova, da dieci anni un’eccellenza “che ha ribaltato i pregiudizi”. @ Ma di eccellenza sa qualcosa anche Marisa, titolare dell’omonima pasticceria di San Giorgio delle Pertiche che con i figli Erica e Lucca (con noi come Giotto in diverse edizioni di Golosaria) porta avanti una tradizione di famiglia iniziata vendendo gelati alle sagre. @ Dici Veneto, dici pizza, ma anche Renato Bosco. Il rivoluzionario del piatto italiano più amato si confessa in un’intervista su Corriere Extra e spiega: “Non sono solo, Verona ormai è un punto di riferimento per la pizza contemporanea”. @ E dal Veneto arriva anche il paradosso del Prosecco. Lo sparkling italiano vende in quantità più del doppio rispetto allo champagne, ma incassa la metà. Luciano Ferraro sul Corriere della Sera racconta la sfida della bollicine, spiegando come la via del prodotto di massa non sia (più) remunerativa. “Meglio cambiare la strategia dei prezzi bassi”.

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