Tutti pazzi per il bancone. Torino sdogana il primo gianduiotto crudista

31.01.2018

Ristorante che vai, bancone (di tendenza) che trovi. Mangiare al bancone diventa un must, un modo informale per stare a tavola ma anche l’occasione per osservare da vicino il lavoro degli chef. Su ViviMilano Valerio Massimo Visintin guida alla scoperta dei 24 locali in cui concedersi un pasto sfruttando un’atmosfera più semplice e conviviale, dai ristoranti tex-mex alle trattorie di cucina lombarda. @ Dal bancone del ristorante a quello della pasticceria Motta, storica insegna del quartiere milanese di Precotto che con i suoi dolci fa scuola anche alle Hawaii. L’affondo di Alberto Oliva su Il Giorno. @ Tempi bui per il ristorante e la caffetteria della Villa Reale di Monza, che ieri hanno chiuso i battenti dopo l’avvicendamento di tre diverse gestioni. Un flop dovuto a un giro d’affari troppo basso, che da metà febbraio proverà a risanare il gruppo Ottaviani, ma puntando solo sul bar. (Corriere della Sera) @ A Torino arriva il primo gianduiotto crudista. Lo produce Vito Cortese, chef patissier della cioccolateria crudista Grezzo, che della sua creazione dice: “La forma e l’aspetto sono simili a quello classico, ma l’innovazione sta negli ingredienti: pasta di nocciole biologiche, cioccolato crudo e zucchero di cocco come dolcificante assolutamente naturale, con vitamine e un basso indice glicemico”. @ Sulla stessa pagina anche il successo di Marco Serra, il gelatiere pluripremiato che a quattro mesi dall’apertura del suo negozio nel centro di Carignano, in primavera porterà la sua esperienza anche a Los Angeles. (Corriere della Sera) @ E da Torino parte anche l’appello di gusto di Paolo Massobrio che, riprendendo l’allarme dell’Ascom sull’assenza di esercizi commerciali in 90 paesi della provincia, su Avvenire si domanda come la politica possa (e debba) prendere una posizione chiara sul futuro delle Province. “Chi sta da una parte o dall’altra? (…) Se un paese perde un negozio, una scuola, una banca o un ufficio postale, presto perderà anche abitanti e il degrado del territorio dovuto al mancato controllo sarà irrimediabile”.

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