Davvero un prodotto di "nicchia" questo rarissimo Miele di marasca del Carso, che, sebbene abbia alle spalle una lunga tradizione attestata, al suo attivo oggi conta soltanto cinque produttori, che operano tutti in un territorio fortemente delimitato. Questo forse anche perché la fioritura della marasca da cui prende il nome - si tratta in realtà del ciliegio canino o ciliegio di Santa Lucia, arbusto che cresce nel Carso goriziano e triestino - dura pochissimi giorni e con un andamento scalare a seconda delle zone. I suoi fiori bianchi dal profumo molto delicato cominciano infatti a vedersi agli inizi di aprile nel Carso isontino e sui pendii verso il mare, dove il clima è più temperato; tra metà e fine mese fioriscono invece nelle zone più interne, esposte ai freddi venti di bora. Gli apicoltori si vedono quindi costretti a operare il cosiddetto "nomadismo", spostando gli apiari di zona in zona a seconda della fioritura.
Il miele che si ottiene dalla lavorazione in laboratorio si conserva a lungo molto fluido, ed ha un bel colore ambrato con riflessi rossastri, mentre in bocca il suo gusto leggermente amarognolo ricorda un po' quello delle mandorle. Ma è proprio a questo sapore così particolare che il Miele di marasca deve la sua tipicità.
Si abbina bene con i formaggi, sia quelli di capra che gli erborinati, ma anche con gli stagionati: l'Asiago d'Allevo, il Morlacco Anfosc e lo storico Graukäse, il formaggio grigio del Trentino.
I
cinque produttori di Miele di marasca del Carso, da poco divenuto Presidio Slow Food, sono in contatto tra loro benché non ancora associati né consorziati:
- Azienda Agricola Kmetija "Devetak Sara", a Savogna d’Isonzo (Gorizia):
www.devetaksara.com
- Azienda Agricola Farma Jakne, a Duino-Aurisina (Trieste)
- Azienda Agricola Ziani Maria, a Trieste
- Apicoltura "Silvan", a Doberdò del Lago (Gorizia):
www.mielelandacarsica.it
- Miele del Carso, a Sagrado (Gorizia)