Valtellina un viaggio pieno di vita

Tutte le novità dei miei giorni fra le valli in provincia di Sondrio

08.03.2022

In Valtellina ci sono arrivato un mercoledì sera, facendo una sosta subito al Albosaggia al ristorante albergo Campelli dove, vi ho raccontato subito, ho assaggiato i pizzoccheri più buoni della mia vita (link). Sono poi andato a dormire nel Wine Hotel Retici Balzi di Poggiridenti (via Panoramica, 2 - tel. 0342 382092), che è uno dei posti più belli della Valtellina, dove i vigneti sono ai tuoi piedi, ma anche le montagne (foto d'apertura).

Sondrio è proprio di sotto e all’ingresso della città ho svolto le mie degustazioni, ospitato dal Consorzio di Tutela con la regia del direttore Andrea Gandossini che mi ha garantito l’anonimato di ogni bicchiere. A Sondrio voglio segnalare due tappe: una è il Salumaio, boutique del gusto del mio privilegio (sta in Via Trieste, 64) che ha una selezione davvero competente di prodotti, di formaggi e salumi e anche di vini (c’è tutto della Valtellina più sconosciuta).

L’altra tappa è stata dai ragazzi che gestiscono il Tabernario-Enoteca delle Alpi (via Zara, 2 - tel. 0342 053040), un locale dove servono pizza alla pala, realizzata con la farina Petra del Molino Quaglia e altre sfiziosità da abbinare allo loro competente selezione di vini e di birre.

Sono talmente appassionati che hanno creato anche un brut metodo classico, il Sumelech, da vigneti posti ad Albosaggia con uve nebbiolo chiavennasca. Ne parlerò prossimamente perché mi ha colpito molto la finezza di quelle bollicine, che è il godibile abbinamento con i loro assaggi fragranti.
Alla sera eccomi davanti alla stazione di Tirano, da altri giovani che gestiscono la Posteria del Rosso e che hanno fatto della degustazione dei vini i loro cavallo di battaglia. Leggete la recensione (link).

Il giorno dopo eccomi in Valmalenco, a Chiesa, dove c’è un hotel, il Tremoggia (via Bernina, 4 - tel. 0342 451106), che è un modello di accoglienza pazzesco. Qui è impegnata tutta la famiglia Lenatti, che crede in questa località turistica che un tempo vedeva 30 hotel aperti. Oggi sono in 5 e loro restano aperti tutto l’anno.
Hanno ristrutturato i locali e le camere, c’è un ampio dehors di fronte, ma soprattutto c’è un menu accattivante per noi ha voluto dire salmone affumicato al cembro, mais rostrato rosso, pomata di tuorlo del pollaio e lampone (superbo), il lavaggin di pizzoccheri della tradizione (iconici), accanto ai ravioli di trota di Mallero, con crema di finocchio e gel di limone. Ottima la suprema di faraona scottata con radicchio brasato e salsa speziata al nebbiolo delle Alpi e poi quei cubetti di vitello in crosta alla milanese con patate novelle, burro di malga e salsa di lattuga. Ai dolci tortino cremoso alle mele di Ponte, gelato al vino speziato e sesamo croccante oppure crema cotta ai prati di montagna.

Un posto dove voglio tornare prestissimo, benché questo locale entra subito sulla nostra guida perché merita veramente. Carta dei vini competente, passione, e poi la cucina del giovane chef Enrico Lenatti che mostra grandi capacità. Un plauso a tutta la famiglia Lenatti.

Sosta pomeridiana, a Morbegno, per fare la spesa in un’altra boutique del gusto del nostro privilegio che è il RetroBottega della frazione Campovico (via Giuseppe Mazzini, 6 - tel. 333 893 8168) gestita dall’ottimo Albino Mazzolini.
E qui vi assicuro che ho fatto Bingo all’assaggio della sua bresaola inenarrabile realizzata con carne di fassone piemontese.
L’ho assaggiata con il suo pane a lievitazione naturale buonissimo e poi con un Bitto del 2020 dell’azienda agricola Taida dell’Alpe Dosso Cavallo in Valgerola. Estate 2020.
La sera sono stato felice alla tavola del Crotasc di Mese, in Val Chiavenna (via Don Primo Lucchinetti, 63 - tel. 0343 41003). Felice perché quegli assaggi di gnocchetti bianchi di Mese con mollica di pane e burro versato e poi dei pizzoccheri generosi di verza che fa il cuoco Davide Mazzoni sono da fine del mondo.
Una sosta super radiosa mi ha scritto un collaboratore che era stato di recente e che confermo. Ancor più dopo aver assaggiato quella coscia d’anatra in salsa di arancia e indivia stufata e uvetta sultanina, spettacolare con un Sassella San Lorenzo del 2001 prodotto da Mamete Prevostini. C’erano anche il lombetto di capriolo rosé ai cinque pepi e castagne glassate e l’ala di maialino iberico con senape in grani. Bellissimo il calore del crotto ristrutturato dove ti trovi a mangiare con un pubblico che per metà è di stranieri. Decisamente superba la scoperta dei vini, come quel Pinot bianco in anfora che non mi sarei aspettato.

Il giorno dopo ho salutato la Valtellina dopo i miei assaggi stupendi di vini e altri di nuovissimi produttori che mi sono procurato nelle varie soste. Ma dove potevo andare a colazione se non alla Pasticceria Mastai di Chiavenna dei fratelli Luciano e Titta? Giuro che ho assaggiato la brioche più buona in assoluto, mentre a casa alla sera non ho resistito dall’aprire la loro generosa colomba, che ha bissato il successo del panettone.
Viva la Valtellina!!!!

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