C'è chi dice che i Cimbri, antico popolo delle Prealpi Venete, contassero solo fino a quattro, usando le dita di entrambe le mani. Da qui nasce il nome: Viere (quattro) Hänte (mani). Un progetto di due amici (fin dalle medie), Filippo De Battisti e Francesco Zardini, che, dopo il terribile 2020, hanno deciso di "farsi in quattro" per raccontare la Lessinia, la sua cultura e tradizioni, attraverso distillati unici.
Il primo nato è stato l'
Amaro Hàntak, di cui
già scrivemmo nel 2022, un nome che in lingua cimbra significa proprio "amaro". L'etichetta, con la sua strega minacciosa in bilico sopra il
Ponte di Veja, ci riporta proprio al 2020. Ma come la
ruta (una delle botaniche dell'amaro) scaccia le streghe, così Hàntak è nato per esorcizzare quel periodo buio. E ci riesce, grazie a un mix di erbe amaricanti (come la ruta, appunto, ma anche la china, il rabarbaro, il carciofo, l’assenzio e la genziana) e poi il
tiglio, l’arancia, il mandarino, la camomilla, il mallo di noce e il tarassaco.
Alla vista, l'amaro Hantak si presenta di colore bruno, con riflessi aranciati. Al naso, agrumi e fiori dolci si fondono con sentori di radici ed erbe. In bocca, il calore avvolgente si sposa con una dolcezza misurata (l'apporto zuccherino è, per fortuna, limitato) e un amaro persistente, per un finale piacevolmente balsamico. La bottiglia da mezzo litro si trova sugli shop online attorno ai 30 euro.
Gin Tzòa: il nuovo arrivato
Tzòa, in cimbro, significa "due". È il secondo prodotto di Viere Hänte. Un distilled gin la cui etichetta racconta un'altra storia magica: quella del basilisco, conosciuto anche come bisso galeto, protagonista delle storie raccontate durante il rito del filò, quando le donne si ritrovavano a filare la lana nelle stalle per sfruttare il calore degli animali.
Con ben 20 botaniche (molte provenienti dallo storico Erbecedario di Sprea), Tzòa è un gin elegante e complesso. Tra le botaniche impiegate figurano il sorbo dell’uccellatore, la castagna, il tiglio, il ginepro, l’arancia, il tarassaco, il sambuco, i chiodi di garofano, le gemme di pino, il biancospino, il basilico e la malva. Alla miscela finale viene aggiunta soltanto una piccola dose di zuccheri (nell’ordine di 10 grammi per litro), necessari per equilibrare il gusto amaricante di alcune botaniche.
Al naso, spiccano arancia, biancospino, sambuco e tiglio. In bocca, il ginepro è protagonista, ma si fa accompagnare da note agrumate e floreali, per un finale lungo e persistente. Particolare anche la bottiglia, in
vetro rosso decorato a mano, ispirate a quelle che si trovavano nelle antiche farmacie della Baviera, la regione da cui i cimbri sono scesi in Lessinia. Provato in un
gin tonic, con una tonica di qualità ma poco invadente, offre il meglio di sé. Ma è uno di quei gin che si possono degustare anche in purezza, con estrema piacevolezza. La bottiglia da mezzo litro si trova sugli shop online attorno ai 45 euro.
È un progetto in crescita – il fatturato 2023 è quasi raddoppiato rispetto al 2022, un terzo prodotto è in fase di studio – che merita conoscere. E assaggiare.