Due capponi, tre pani e sei denari lucchesi di buon argento. Questo il prezzo – secondo quanto viene riportato nel contratto del notaro Bellundo – per l’affitto annuale di una vigna “nella valle divina”, a Dievole. Era il 10 maggio 1090. Otto secoli dopo, la Tenuta, del valore di 361.632 lire, il dono di nozze del Conte Giulio Terrosi-Vagnoli alla sua futura sposa Ildegonda Camaiori, che sarà l’ultima nobildonna di Dievole. Oggi Dievole è di proprietà del miliardario argentino Alejandro Pedro Bulgheroni (proprietario di cantine in Argentina, Australia, Uruguay e California), e fa parte del gruppo Alejandro Bulgheroni Family Vineyards (ABFV) Italia, un sistema virtuoso di aziende vitivinicole che il petroliere sudamericano ha acquisito nei terroir maggiormente vocati di Toscana, fra i più apprezzati al mondo, ossia Chianti Classico, Montalcino e Bolgheri.
Il fil rouge che lega queste proprietà, la filosofia produttiva, fatta di alti standard qualitativi, sostenibilità e basso impatto ambientale, nel rispetto dei quali si ottengono vini di grande eleganza ed eccellenti oli extravergine d’oliva.
Di particolare fascino, il progetto cui il gruppo sta lavorando a Bolgheri, dove hanno sede la Tenuta Le Colonne, realtà di quasi 60 ettari vitati che si caratterizza per essere la cantina più vicina alla costa tra quelle che fanno parte della denominazione Bolgheri DOC. E Tenuta Meraviglia, 30 ettari vitati a cabernet franc, merlot e cabernet sauvignon, che sembra avere il suo destino nel nome, in considerazione della posizione spettacolare di cui gode, collocata com’è sulla sommità di una collina che domina il paesaggio circostante, abbracciando un lungo tratto di costa toscana, con rilievi dolci e verdi che sembrano tuffarsi nel mare. Presto prenderanno il via i lavori per la realizzazione di una nuova cantina, progettata dallo studio Tori, e che sarà realizzata all’interno dell’ex cava di Cariola, all’interno della Tenuta Le Colonne, con la prospettiva di essere funzionale ad entrambe le tenute, con un progetto edilizio, ambientale, produttivo che si preannuncia nel segno del rispetto e della sostenibilità dei valori ambientali e paesaggistici del contesto locale, e una struttura che si svilupperà su tre livelli. La filosofia produttiva sarà immutata, con l’azienda che continuerà a operare con agricoltura biologica (una rarità nel bolgherese) e a utilizzare solo «tini di cemento e botti grandi, com’è nella nostra tradizione» come ricorda con orgoglio Stefano Capurso, il direttore generale dell’azienda, scelte condivise con Alberto Antonini, enologo di grande esperienza, sempre alla ricerca di autenticità e tipicità, e tra i pochi capaci di contrastare quella “auto – colonizzazione bordolese” che ha condizionato molti produttori del territorio, simboleggiata da un utilizzo non sempre ragionevole della barrique.
A Vinitaly 2019, intanto, Tenuta Meraviglia presenterà il Bolgheri Superiore Maestro di Cava, il suo nuovo vino, che, per quanto ci riguarda, nell’assaggio in anteprima, ci ha entusiasmato. Da uve cabernet franc in purezza, e frutto di vinificazione in cemento “grezzo” e invecchiamento in botti grandi di rovere francese non tostato per 24 mesi, nel bicchiere si presenta di un bel colore rosso rubino, luminoso, al naso ha formidabile eleganza, con profumi di frutti di bosco, e in particolare di mora e ribes, affascinanti note minerali e di erbe aromatiche, fine speziatura, mentre al palato rivela struttura, con sorso sostenuto da buona freschezza e stoffa di straordinaria classe, che invitano a berne e riberne. Da Tenuta Meraviglia, una meraviglia!