Vino contro i cambiamenti climatici e il nuovo corso del Barbaresco

18.11.2019

Sperimentiamo soluzioni contro i cambiamenti climatici”. Su La Stampa di oggi l’ad di Berlucchi, Arturo Zuliani, spiega il progetto che ha portato circa sei aziende aderenti al Consorzio a piantare nelle proprie terre l’erbamat, un’antica varietà di vitigno diffusa tra le province di Brescia e Verona particolarmente resistente ai cambiamenti climatici. E sui progetti della casa vinicola aggiunge: "La Brexit preoccupa le bollicine italiane. Lo Stato ci aiuti a promuovere l’export”. @ Intanto, a livello nazionale i vigneti acquistano valore. Per il secondo anno consecutivo, il prezzo della terra mantiene il segno positivo; secondo uno studio realizzato dal Crea, i valori fondiari registrano un leggero aumento dello 0,2% con incrementi più robusti in Piemonte, Lombardia e Toscana, mentre le regioni centro-meridionali si posizionano su variazioni positive più contenute. Segno negativo in Umbria, Campania, Basilicata e soprattutto in Veneto (-1%), dove continua il processo di assestamento dei valori medi regionali. (Repubblica - Affari&Finanza) @ Persa una bottiglia di vino su quattro. E’ il bilancio della vendemmia lombarda mentre si stanno concludendo le ultime raccolte in Valtellina. Una stagione che, a causa del freddo di maggio, ha registrato un calo del 25% nella produzione, ma per contro, con il clima favorevole di inizio estate ha potuto contare su una piena maturazione delle uve, a garanzia di una vendemmia di qualità. E sempre in Lombardia è un buon momento per l’olio, che registra affari in crescita grazie all’export, con vendite in aumento dell’8,6% su tutte le destinazioni estere e specialmente in America e Giappone. (QN di sabato) @ Gaja fa ordine nel Barbaresco. Qualche settimana fa, è stata deliberata la fusione della Gromis società semplice nella Gaja società semplice. La seconda è la capogruppo dell’azienda nata nel 1859, con un capitale di oltre 1,5 milioni di euro, mentre la prima ha un capitale di 620 mila euro. “Una fusione - spiega il patron della dinastia Angelo Gaja - che permetterà alla Gaja ss di attribuire la proprietà dei vigneti, così da poter affermare che le uve sono prodotte su terreni di proprietà”. (Corriere della Sera)

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