Il Vino italiano vola in Cina; le regole dell'accoglienza in cantina

18.03.2019

Si accorciano le distanze tra il vino italiano e la Cina, che con un valore complessivo di 2,4 milioni di euro si avvicina ai tre mercati principali mondiali, vale a dire Usa, Regno Unito e Germania. Un sodalizio confermato dalla partecipazione, fino al 23 marzo, di oltre 200 cantine e 60 espositori italiani riuniti sotto il cappello di Vinitaly alla centesima edizione dell’International Wine and Spirit Show di Chendu. “Il nostro prossimo piano industriale - spiega su Repubblica il presidente di Veronafiere, Giovanni Mantovani - punterà molto sul mercato cinese. (…) Stiamo cercando di dare un’impostazione di sistema all’internazionalizzazione. Ad esempio, con la creazione in Cina di una piattaforma stabile che dialoghi con il trade in maniera continuativa". @ Nuove opportunità per il comparto dell’enoturismo e occasioni di crescita per tutta la filiera. Così il ministro Gian Marco Centinaio ha sintetizzato gli obiettivi del decreto approvato nei giorni scorsi che riconosce all’accoglienza in cantina le stesse regole degli agriturismi. Il decreto, che classifica come enoturistiche “tutte le attività formative e informative rivolte alle produzioni vitivinicole del territorio e la conoscenza del vino”, prevederà un logo identifcativo per l’attività ma anche dei requisiti minimi che i titolari delle aziende enoturistiche dovranno garantire. Tra questi: l’apertura stagionale o settimanale per almeno 3 giorni; l’uso di strumenti di prenotazione; la presenza di una pagina web aziendale e l’uso di calici di vetro per le degustazioni. Maurizio Tropeano su La Stampa.

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