Oggi sarà solo il 3% degli italiani a scegliere un menu vegano o vegetariano mentre l'80% seguirà la tradizione, che in tutte le regioni porta a tavola carne, salumi, uova e formaggi, proposte secondo le diverse ricette storiche regionali. É quanto è emerso da un'indagine Coldiretti, in occasione dell'iniziativa "Qualità e origine in tavola" organizzata con il Codacons con gli agrichef di Campagna Amica, i cuochi contadini, nei giorni scorsi al lavoro per far conoscere i segreti delle ricette tramandate da generazioni nelle campagne. Dall'indagine è emerso anche che a Pasqua, nonostante l'avvicinarsi dell'estate, sono pochi gli italiani che restano a dieta e scelgono un menu light ipocalorico (5%), visto che, immancabili, tra i dolci, sono la Colomba (che è scelta dal 70% delle famiglie) e le uova di cioccolato. E che tra le specialità più gettonate ci sono le uova, i salumi (dalla corallina laziale alla finocchiona toscana, dalla soppressata calabrese al salame napoletano, ingrediente immancabile del casatiello), e i formaggi, a partire dal pecorino, servito sia a scaglie sia come ingrediente di preparazioni salate tipiche come la pizza di Pasqua delle Marche o dell'Umbria e le torte rustiche del sud Italia.
"Il legame con il territorio nella scelta degli ingredienti da utilizzare in cucina è diventato un elemento determinante di successo per la ristorazione", ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare che si tratta di una tendenza che "va accompagnata da scelte legislative rivoluzionarie come l'estensione a tutta la ristorazione dell'obbligo di indicare nei menu la provenienza dei prodotti agricoli utilizzati nelle ricette".
Regina della tavola pasquale, sia tra le mura domestiche sia fuori casa, è comunque la carne di agnello, proposta nelle decine di versioni tradizionali delle diverse regioni. Per questo motivo, nel bicchiere oggi versiamo un grande rosso, che bene si accompagna alle molteplici specialità che, da nord a sud, saranno il piatto principale della festa.
È un vino che abbiamo scoperto grazie alla segnalazione di quel wine-scout instancabile che è Fulvio Tonello, sommelier di razza, e che a Paolo e al sottoscritto ha stupito per la sua autenticità, per il suo esser vino "contadino", ossia con qualche spigolo, certo non perfetto e ben lontano da quei vini che sembrano costruiti in laboratorio, ma che racconta la vigna e la terra in cui nasce. È il Barbaresco 2011 dell'azienda agricola Dario Giacone di Neive (che produce anche un "signor" Langhe Nebbiolo e "Vin d'Maté" un vino da fine pasto, "filtrato dolce" da uve moscato). Dal colore granato caratteristico, con tipica tonalità tenue, al naso ha profumi di viola appassita, marasca sotto spirito e spezie, mentre al palato svela carattere e forza, con tannini e sapidità ben presenti, freschezza che sostiene la beva, un finale di lunga persistenza, che chiude con piacevole retrogusto di fragoline di bosco e frutta rossa. Buona Pasqua!