La ricetta del venerdì santo si rifà a una tradizione povera del Canavese, dove si raccoglievano le erbe dai campi. E in questo caso le ajucche(*).
La ricetta ci è stata inviata da una socia onoraria del Club di Papillon (che vedete in foto con Arnaldo Cartotto, delegato del Club di Biella), gastronoma: Bianca Rosa Gremmo Zumaglini conosciuta come Bianca delle Conserve.
E qui l’abbinamento è sospeso, perché è una zuppa molto ricca di sentori erbacei incisivi. E anche perché siamo a digiuno.
(*) Ajucche (Phyteuma orbiculare, famiglia Campanulacee). Conosciuta anche con il nome di mazzucchetti è una delle erbe spontanee più pregiate, tenere e gustose. E’ un’erba perenne che cresce nei boschi e nei luoghi erbosi sino a 1.000 metri di altitudine. Le foglie vengono usate per cucinare minestre, zuppe, frittate; possono sostituire gli spinaci in quasi tutte le preparazioni e si accompagnano bene con la polenta. Ottime in minestroni, vellutate e ripieni. Con la spiga del fiore, usata prima che sbocci, si prepara la famosa zuppa di ajucche e con il brodo di cottura si cuoce la polenta.
Ingredienti per 6 persone
200 gr di germogli (fiori) e una manciata di foglie di ajucche
12 fette di pane casereccio
250 gr di tometta grassa
parmigiano
burro di cascina
sale
Preparazione
Lavare le ajucche e le loro foglie, lessarle in acqua salata per 5 minuti. Tostare le fette di pane in padella con poco burro rivoltandole.
In un tegame di terracotta disporre a strati le fette di pane, la tometta tagliata a fette, le erbe cotte e il loro brodo, abbondante parmigiano grattugiato, fiocchetti di burro. Passare il tegame al forno preriscaldato a 180°C, lasciare gratinare per qualche minuto e servire caldo.