A Ponzano Monferrato, una sosta che esalta il territorio

Al Ristorante Boccadoro, piatti della tradizione piemontese realizzati senza sbavature

A Ponzano, borgo del Monferrato di trecento anime a un tiro di schioppo dal Santuario di Serralunga di Crea, c’è un ristorante che asseconda tutti gli elementi per i quali uno si alza soddisfatto dal tavolo. Ovvero, quella piacevole sensazione di positività che ti segue senza interrompersi mai, dal piatto al servizio all’ambiente. Con semplicità, e senza concedere nulla a inutili orpelli e fronzoli.

Raggiunto il paese, non fatevi trarre in inganno dal cartello indicatore (con freccia) posizionato sul muro esterno della casa colonica che ospita il ristorante, perché lo stesso indica l’accesso pedonale e non quello al parcheggio, che invece dista circa 200 metri. Noi siamo stati poco accorti e non è stato semplice risalire in auto dalla stradina a fondo cieco sulla strada principale…
Superata l’impasse, eccoci all’interno, dove troviamo due belle sale ordinate, dalle pareti candide e i bei mattoni a vista, con le bottiglie di vino che fanno capolino nelle nicchie lungo i muri; arredi in legno e tovagliato classico completano gli ambienti. All’esterno, il valore aggiunto di un giardino rigoglioso e molto curato dove poter cenare nella bella stagione che verrà. L’accoglienza è gradevole e garbata, quasi sottovoce come si usa da queste parti. Da qualche tempo, la gestione è affidata a due giovani fratelli e alla loro madre Alice, rassicurante presenza in sala con il più giovane dei due figli, il diciottenne Federico (il ragazzo ha stoffa), studente all’alberghiero. Riccardo, ventisei anni, è invece ai fornelli con un polso e una bravura che stupiscono. La sua cucina è infatti schietta e autentica, senza la minima sbavatura, con piatti della tradizione fatti a regola d’arte, curati e assai saporiti. Sono “nipoti d’arte”: il loro nonno era Vincenzo Testa, gestore per tanti anni del Centrale di Moncalvo.
Riccardo, ai fornelli del Ristorante BoccadoroTra gli antipasti, ecco insalata russa (€ 8), battuta di Fassona piemontese – la carne è Lauro Micco, sommo macellaio di Moncalvo – (€ 12), vitello tonnato (€ 12) decisamente iconico, e flan di spinaci con salsa ai datterini (€ 10).
Si prosegue con dei superlativi agnolotti gobbi monferrini al sugo d’arrosto (€ 12),
squisiti quanto i delicatissimi e morbidi gnocchi paglia e fieno al ragù di coniglio e olive taggiasche (€ 14). Due piatti da bis.
In alternativa, cappellacci di carciofi e ricotta e guanciale (€ 14).
Tra i secondi, trionfale il petto d’anatra al Grignolino servito su pietra ollare calda (€ 12);
in alternativa, altre solide certezze come la guancia di maiale nostrano con carote e scarola (€ 12), brasato di Fassona al Nebbiolo (€ 15), e costoletta d’agnello alle nocciole (€ 18).

Si chiuderà ancora nel segno della tradizione col classico bonet monferrino (€ 6),
ottima panna cotta con pera Martin al vin brulé,
crostata con marmellata di limoni della Riviera (€ 6), gelato allo zabaione affogato ai fichi e Barbera (€ 7).
Carta dei vini “ristretta” ma ben attenta al territorio, e conto finale che non fa una piega, come dimostra il locale pieno di gente, fra cui molti giovani. Davvero una bella sosta che arricchisce il Monferrato!