Ci sono locali che sembrano essere lì a presidiare il territorio, a traghettarne tradizioni e valori verso il futuro. E questa trattoria di Borgoratto Alessandrino, una manciata di chilometri dal capoluogo, ne è la prova tangibile.
Occupa i locali della Soms, punto di aggregazione sociale del paese. All'esterno, tra i tavolini del bar, giovani e anziani siedono insieme ai tavoli. Come una volta.
Varcato l'uscio c'è il grande bancone di servizio, poi attraversi un paio di porte, ed eccoci nella prima delle due sale attigue, delle quali una a cielo aperto, e l'altra con l'enoteca a vista e i bei quadri di un pittore locale appesi alle pareti. Un locale semplice, senza pretese, che tuttavia non deve ingannare. Eh sì perché qualcuno, a prima vista, potrebbe storcere il naso per una sorta di continuità “ambientale” con i locali frequentati dagli avventori del paese e dalla gente di passaggio. Ma, lo ripetiamo, questo è un luogo di presidio, di testimonianza. E soprattutto di rivelazione della STRAORDINARIA bravura di un giovane chef,
Gabriele Bertero, patron con la compagna Melinda, presenza garbata e discreta in sala. Lo abbiamo conosciuto giovanissimo tra i fornelli della Trattoria dei Tacconotti di Frascaro, a fianco della indimenticabile signora Anna. Poi, dopo la prematura scomparsa di lei, Gabriele ha preso in gestione questi locali della comunità, trasformandoli, passo dopo passo, in una vera trattoria. Gabriele ha modi garbati e genuini; gli si illuminano gli occhi quando a tavola racconta del suo sogno realizzato.
Ma a parlare per lui è soprattutto il menu, che è tutt’altro che semplice con quattro piatti messi in croce. Incredibile è infatti la sua
ampia proposta di piatti che raccontano con schiettezza il territorio, facendone emergere alcuni che - siamo pronti a scommettere - non troverete in nessuna altra trattoria alessandrina. Noi li abbiamo assaggiati quasi tutti, e ognuno di essi rivelava qualcosa. Senza la minima sbavatura. Senza alcun orpello inutile. “Identità” a braccetto con la visione futuristica di Gabriele.
E allora via con la proposta di
antipasti che viaggia tra un vitello tonnato classico (€ 9) e una gustosa e vellutata battuta di Fassona alle spezie (€ 8,50), passando per la tradizionale insalata russa (€ 7), la cipolla di Breme in tempura (€ 7,50) e una squisita
insalata di trippa alla piemontese (€ 7,50).
Consigliamo l’
assaggio di 4 di queste proposte offerto a € 10.
Quindi, il piatto che più ci ha stupito (anche) perché rivelatore non solo delle capacità di Gabriele tra i fornelli ma anche di quel lavoro di recupero della memoria locale e di rivisitazione senza timore alcuno. È la
Perbureira (€ 7), minestra di fagioli al sapore d’aglio - una agliata, cioè un’infusione a freddo dell’aglio nell’olio di oliva - simbolo di Rocca Grimalda, dove è ancora in essere la sagra ad essa dedicata. Prende il nome da una particolare pentola di coccio nella quale è preparata. Bontà assoluta.
Al pari degli
gnocchi di patate al sugo di salsiccia (€ 8): di piccola fattezza, realizzati a mano, morbidissimi e saporiti.
E che dire dei
rabattoni alle erbette (€ 8)? Alte vette anche qui, anzi perfetti pure nella loro croccantezza.
Ma a stupire è anche la proposta della pasta fresca; in particolare, eccezionali gli
agnolotti fatti in casa (€ 8,50), proposti al ragù, al burro o al vino, e l’originale - ed eseguito alla perfezione - raviolo aperto con salsiccia, cipolla di Breme e formaggio Raschera (€ 8,50).
Tra i
secondi, di rara delicatezza la
guancia di Fassona al vino bianco e pepe rosa (€ 9,50),
encomiabile la finanziera (€ 10), squisita la
parmigiana di verdure miste (€ 8,50);
non deludono affatto la
cima alla genovese con insalata (€ 9,50)
e nemmeno i ripieni di cipolle, zucchine e peperoni al forno (€ 9). Ci sono anche il baccalà spadellato con olive e rosmarino (€ 11) e le alici ripiene (€ 9,50).
Trionfale anche la teoria dei
dolci (€ 4,50), tra uno zabaione tiepido con i biscotti e le ciliegie al vino rosso e spezie, la sfogliata con crema diplomatica e pesche e semifreddo al torroncino con salsa al cioccolato.
La carta dei vini ha tutto il territorio presente. A prezzi più che giusti. Come lo sono quelli delle diverse portate del menu. Bisogna andare da Gabriele per testare e per attestare la filosofia della sua cucina che, ne siamo sicuri, stupirà. E per noi ha già varcato, come trattoria, la soglia del radioso.
Trattoria Bertero
Borgoratto Alessandrino (Al)
Viale Ennio Massobrio, 15
Tel. 3314023559
Chiuso il mercoledì eccetto giugno, luglio e agosto.