Il progetto di Cà del Conte (loc. Ca’ del Conte, 1 • tel. 3336278401) di Rivanazzano (Pv) è frutto di un lavoro di anni e di una scommessa. Da una parte infatti c’è stato il lavoro sull’appezzamento, le prove in cantina, il reimpianto di alcuni filari fino ad arrivare ai 17 ettari vitati attuali. Poi c’è la scommessa sulla creazione di una identità aziendale, una firma, uno stile immediatamente individuabile. Per questo è stato necessario comprendere la vocazione di questo territorio di confine dove trovano spazio soprattutto gli internazionali come pinot nero, chardonnay, pinot grigio e riesling a cui si sono aggiunti negli anni pinot bianco e timorasso. I titolari Paolo e Martina Macconi hanno trovato un’originalità nello stile che comprende metodo di coltivazione secondo i dettami dell’agricoltura biologica (al momento sono in fase di certificazione), fermentazione senza lieviti ma sfruttando quelli già esistenti sull’acino, uso di solo acciaio nell’affinamento e lunghe macerazioni anche per i vini bianchi. Il Provincia di Pavia Chardonnay Fenice 2013 deriva da uve di un unico appezzamento coltivato secondo i principi dell’agricoltura biologica. L’uva dopo la diraspatura ha fermentato con i propri lieviti presenti sulla buccia in contenitori di acciaio e senza controllo di temperatura. La macerazione pellicolare dura circa 100 giorni: il risultato si vede fin dal colore, tendente all’aranciato. Il Provincia di Pavia Bianco Opulus 2013 deriva da due vigneti: uno con viti di chardonnnay e l’altro di pinot bianco. L’uva, vinificata separatamente per le due varietà, dopo la diraspatura anche in questo caso ha fermentato con i propri lieviti presenti sulla buccia in contenitori di acciaio e senza controllo di temperatura, con una macerazione pellicolare di circa 100 giorni. Dopo l’assemblaggio continua l’affinamento prima in acciaio e poi in vetro.
Lo stesso percorso di vinificazione anche per il Provincia di Pavia Pinot Nero 2013 che anche in questo caso non fa legno ma solo affinamento in acciaio e in vetro. All’assaggio i tre vini presentano una loro personalità, a iniziare dal colite orange dei bianchi, ricchi di speziature ma anche di mineralità. Fra i due è difficile dire quale sia il migliore (lasceremo ai visitatori di Golosaria l’ardua sentenza), certo lo chardonnay è più immediato per rimando complesso. il Pinot nero è intrigante, anch’esso ricco di speziatura e non completamente armonizzato. In divenire, per una cantina alla quale va prestata la giusta attenzione.