Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta del Lambrusco. Oggi prevarranno assaggi di vini spumanti, prevalentemente con Sorbara senza mancare l’appuntamento con qualche altra varietà come il Lambrusco Montericco, Benetti, Marani, Maestri e Salamino di Santa Croce.
La degustazione rigorosamente alla cieca è stata svolta insieme a Paolo Massobrio che condivide con me questo resoconto.
La prima cantina a distinguersi per qualità e varietà di proposte è la
Cantina Zucchi di San Prospero, guidata da Davide Zucchi e dalla moglie Maura con il supporto della figlia più piccola Silvia, enologa e presente in azienda a tempo pieno dal 2010. Sono ben tre gli assaggi che ci hanno davvero convinto: partiamo dal
Lambrusco di Sorbara “Etichetta bianca” 2020. Il colore si presenta rubino trasparente e vivace, il naso è succoso con note di lamponi e frutti di bosco, in bocca è fresco, verticale, sapido; chiama immediatamente il sorso successivo. Notevole il
Lambrusco di Sorbara “Rosé Silvia Zucchi in purezza” 2020 che sfoggia un rosato brillante, sentori di piccoli frutti rossi e una nota agrumata molto delicata. In bocca è pieno, sostenuto da una bella persistenza e sapidità. Chiudiamo con il
Lambrusco di Sorbara “Brut Silvia Zucchi in purezza” 2020. Il colore vira su tonalità più intense così come il naso, molto ampio e connotato da sentori di fragola. Il sorso integra perfettamente la piacevolezza dei frutti rossi e la bellezza di un sorso vibrante. Da sottolineare il fatto che questi ultimi facciano parte della linea (4 etichette) realizzata dalla figlia Silvia Zucchi che dopo 10 vendemmie ha sentito il desiderio di mettere la sua esperienza al servizio del territorio. Bravissima, la strada è quella giusta.
Molto piacevole anche l’Emilia Igt “Ancestrale Rosé” 2020 della
Cantina Sociale Puianello e Coviolo di Puianello ottenuto da uve lambrusco montericco in purezza. Una proposta inusuale ma molto interessante. Spicca il colore, rosato brillante. Eleganza e finezza al naso dove si impone una nota di mallo di noce. Il sorso è pieno, morbido, sorretto da una buona acidità.
Accendiamo ora i riflettori su
Podere Saliceto, interessante realtà sita a Campogalliano e cantina ben conosciuta ai
Top Hundred del
Golosario. Due i brut Lambrusco di Sorbara che hanno attirato la nostra attenzione. Il primo è il Lambrusco di Sorbara “Falistra” 2020, un rifermentato in bottiglia che si presenta con un color buccia di cipolla. Ribes, lampone e un finissimo agrume al naso, molto coerenti con la freschezza e mineralità espressa al palato. Eccezionale il
Lambrusco di Sorbara Metodo Classico “Ring Adora” 2018. Calamitante il suo color buccia di cipolla brillante. Grande la complessità al naso dove emergono sentori di frutta secca, ananas, ribes e un accenno di burrosità. In bocca è intenso, fresco e sapido. Davvero intrigante.
Si presenta di buona complessità il Lambrusco di Sorbara a rifermentazione naturale in bottiglia “Omaggio a Gino Friedmann” (annata non dichiarata) della
cantina di Carpi e Sorbara. Molto accattivanti le sue note tropicali e ammandorlate. Il sorso è secco, ammorbidito da una piacevole mandorla che si ritrova anche al palato e il finale presenta una bella sapidità.
Aggraziato il colore ramato del Lambrusco di Sorbara metodo ancestrale “Baby Magnum” 2020 di
Marchesi di Ravarino. Il naso è avvolgente, pesca e fiori gialli la fanno da padrone. Piacevolissima la freschezza, la sapidità e la nota citrina sul finale.
Paltrinieri entra in scena col il suo
Radice 2020, Lambrusco di Sorbara rifermentato in bottiglia che ha colore rosa buccia di cipolla. Ti avvolge con note di frutta fresca e mostra eleganza già al naso. In bocca è secco, diritto, con note minerali che riflettono il nome: radice
Non manca certamente all’appello un'altra cantina iconica delle terre di Sorbara a Bomporto, già Top Hundred. Mi riferisco a
Cantine della Volta di Bomporto
della famiglia Bellei, azienda storica che da sempre porta avanti la passione per la spumantizzazione. Che la passione si traduca in una capacità realizzativa eccellente non è scontato, ma se tre dei loro vini hanno calamitato la nostra attenzione significa che questa passione nel bicchiere si sente eccome. Partiamo dal loro rifermentato in bottiglia, il
Lambrusco di Sorbara “Rimosso” 2020. Colore di un rosso/rosato molto fine, brillante. Al naso invoglia subito la beva con una commistione succosa di frutti rossi e agrume. Al palato colpisce la freschezza, è un vino diretto e piacevolissimo. Avanti con il
Lambrusco di Sorbara Metodo Classico “Muro del Diavolo” 2018. Colpisce subito la maggior complessità, con note di sambuco e confettura di fragole. In bocca è secco, sapido, la bolla è ben integrata. Nel complesso è un vino di grande equilibrio. E in ultimo ma non per importanza il
“Lambrusco Di Sorbara Rosè Brut Metodo Classico” 2016. L’occhio vuole la sua parte e questo rosè rispetta ampiamente questo detto popolare. Si presenta color buccia di cipolla brillante, luminoso, davvero bello. Ribes e crosta di pane sono i pilastri olfattivi. La bocca è avvolgente e sorretta da una trama acida. La strada intrapresa da Giuseppe Bellei e proseguita con il figlio Christian ha dato prova della vocazione per la spumantizzazione del Lambrusco di Sorbara. C’è ancora tanta strada da percorrere ma i presupposti per vederne delle belle ci sono tutti.
Se si parla di metodo classico non si può tuttavia non citare la cantina
Francesco Bellei di Bomporto, ora di proprietà della storica
famiglia Cavicchioli. La cantina, che è stata precursore di questa intuizione del Sorbara metodo classico, è situata sempre nel comune di Bomporto. Grandissimo il loro
“Brut Rosso Metodo Classico” 2019. Confettura di fragole, prugne fresche, sambuco schiacciato danno prova di un grande profilo olfattivo. Ha un’originale freschezza con note di ginger. In bocca regna l’equilibrio. Bollicina fine, secco e bella sapidità.
Anche le
Cantine Riunite di Campegine si sono cimentate con un metodo ancestrale dedicato al salamino: il “Senzatempo”. Colpisce la persistenza della corona spumosa rosea; al naso è vinoso, in bocca la freschezza è gradevole, morbido con finale allappante.
Il 2020 è stato un anno duro a causa della pandemia, nessuno si è potuto sottrarre alla sfida. Per molti è stato motivo di disorientamento, fallimento, un anno da dimenticare. Ma non per tutti. Mi ha colpito ci sia una cantina che abbia deciso di chiamarsi
Ventiventi (2020) di Medolla per sancire l’inizio di un nuovo progetto portato avanti da Vittorio Rabazzoni, insieme ai figli Riccardo, Andrea e Tommaso. Siamo rimasti molto colpiti dal loro
Lambrusco di Modena “Ventiventi Rosè - Spumante Brut Metodo Classico” (annata non dichiarata) ottenuto da uve 100% lambrusco di sorbara. Nel calice si presenta molto elegante, color buccia di cipolla brillante. Il naso è estremamente fragrante, spicca la nocciola, il pistacchio e sentori di ribes. Coerente al palato, è equilibrato, molto fine e di gradevole morbidezza.
The last but not the least, la cantina
Quintopasso di Sozzigalli di Soliera con il
“Quintopasso Rosé” brut Modena doc 2016, sorbara in purezza. Giallo aranciato acceso, porta con sé un naso articolato ed evoluto di nocciola, frutti rossi, accenni burrosi e una vibrante nota fumé. In bocca champagneggia. Intendiamoci, la persistenza e la complessità non sono quelle dei vini d’Oltralpe però si intuisce il potenziale di questo vitigno. Tornando a noi, il sorso è dominato dall’arancia rossa, agrumi canditi e un’acidità tesa, verticale.
Siamo giunti al termine di queste due intensissime giornate di degustazione. Ci siamo addentrati in un territorio ricchissimo di sfaccettature, volti e soprattutto di colori. Ci sono state conferme e piacevoli sorprese. In questo contesto variegato emerge un vitigno su cui si stanno accendendo sempre più le attenzioni della critica e dei consumatori, il Lambrusco di Sorbara, nelle sue diverse interpretazioni. Sa chi è e dove vuole andare. E ora? La curiosità è tanta, ma alla fine Paolo Massobrio ha voluto sottolineare come – pur con un ritardo rispetto ad altre zone – la scommessa sul sorbara metodo classico sia vincente. Lo è stata per i primi brut di Christian Bellei, lo è stata con il Grosso della cantina Paltrinieri, lo è oggi con le conferme e le novità che vi abbiamo raccontato.