Ti vogliamo bene Pio

Il Covid si porta via Pio Boffa, 66 anni, titolare della Pio Cesare di Alba

17.04.2021

“Algo se muere en el alma / cuando un amigo se va / Cuando un amigo se va / algo se muere / en el alma / cuando un amigo se va / Cuando un amigo se va y ya dejando una huella / que no se puede borrar”.
 

Qualcosa muore nell'anima quando un amico se ne va... Quando un amico se ne va lascia una traccia che non può essere cancellata... Per noi Pio Boffa era, ed è, un amico carissimo. Intelligenza sopraffina e animo nobilissimo, ci onorava di quell’affetto, che quando nasce, per un piemontese Docg come lui, è così speciale, perché si esprime con gesti unici, superando quel pudore tipico dei piemontesi di tenersi dentro tutto “per non disturbare”.

Ci eravamo sentiti poche settimane fa, prima del suo ricovero, e quando ci aveva detto, “vi faccio avere un mio vino, perché non possiamo vederci, e visto come van le cose, chissà quando ci rivedremo” tutt’e due avevamo provato una sorta di vertigine, era un lampo che sembrava un presentimento, tipico dei grandi uomini che, abituati ad essere avanti in tutto,  in certi casi sembrano avvertire l’ora del destino che avanza.

Tutt’e due, attoniti, abbiamo davanti la magnum di Barolo Ornato che ci aveva fatto avere. È di uno di quei grandi vini, immensi, con cui ha fatto onore al Piemonte nel mondo, e che si caratterizzano per quella nota sublime, elegante, un po’ austera, che è propria dei sommi Barolo e Barbaresco. Rossi di classe, nobili come l’amico comune Riccardo Riccardi, alla cui tavola, con la moglie Marzia, Franco Martinetti, i Bologna, insomma gli amici di una vita, tante volte li abbiamo versati nel bicchiere, sorprendendoci nel vederli, sorso dopo sorso, aprirsi come un grande cuore di Langa, lasciandoci affascinare dal loro far racconti, nel loro esser poesia, Bellezza. 

Pio e Federica BoffaL’azienda, nata nel 1881, quando Pio Cesare, Cesare di nome e Pio di cognome, imprenditore di successo, venne attratto dall’idea di produrre per sé, la sua famiglia, i suoi amici e clienti una piccola e selezionata quantità di vini provenienti dalle colline del Barolo e del Barbaresco, è stato il suo sogno, il suo orgoglio, la sua passione. In oltre 40 anni di lavoro, con la presenza preziosa della moglie Nicoletta, ne ha fatto crescere la fama e la notorietà sul mercato nazionale e internazionale. A proseguire questa avventura, ora la figlia Federica e il nipote Cesare Benvenuto, che da tempo lo affiancavano  alla guida della cantina.  Federica condividendo il suo dolore lo ha definito “mio Re”.
La famigliaAl “nostro Re” che, dopo aver fatto in tutta la sua vita migliaia di chilometri, è partito per il suo più lungo viaggio, oggi dedichiamo come un abbraccio un suo Barolo. Pio ti vogliamo bene! Te lo abbiamo scritto il 30 aprile da Alba, mentre assaggiavamo i Barolo e I Barbaresco in anteprima e tu ci ha risposto subito: “Anch’io”. Non avremmo mai pensato all’epilogo che con dolore oggi ci travolge. Davanti a quell’sms quasi rassicurante nonostante il ricovero che è seguito noi già ci vedevamo a casa di Marzia a Priocca, a un mese dal Natale di solito, a mangiare la bagna caoda e a cantare, perché l’amicizia aveva anche il privilegio di momenti così.

Questo ci porteremo nel cuore con i tuoi vini e la tua bella famiglia; ci porteremo la tenacia di quel mezzogiorno a Milano (era all’inizio di questo strano periodo, oltre un anno fa), quando con orgoglio ci facesti conoscere Federica, perché era pronta alle sfide, mentre assaggiavamo quel PiodiLei di svariati anni indietro che era troppo poco. Come la vita che è troppo breve... e non meritando di veder sulla tavola vini cattivi, può avere un sapore di eterno, proprio attraverso il calore di un vino buono come i tanti che ci hai fatto conoscere, non ultimo il millesimo 2017 di Barolo premiato nell’ultimo assaggio di 15 giorni fa. Ciao Pio!

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