Ha più di sessant'anni di attività il Caseificio Tomasoni di Breda di Piave, che vede oggi al timone Moreno Tomasoni, casaro, coadiuvato dalla sorelle Nicoletta e Paola. Da sempre impiega solo latte locale - controllato dalla stalla al caseificio - per realizzare formaggi freschi, robiole, primo sale, formaggi semistagionati e la mitica Casatella.
Ha fatto dell'attenzione alla sostenibilità e del rispetto dell'ambiente i pilastri fondanti del suo lavoro e attualmente ha presentato un piano di investimenti per un approccio sempre più sostenibile a salvaguardia del territorio in cui opera l'azienda. Dice Moreno Tomasoni:
"Abbiamo posto l'attenzione sul risparmio energetico attraverso un moderno impianto fotovoltaico...sono poi stati installati sistemi di compostaggio per ridurre al minimo i rifiuti produttivi e un complesso sistema di riutilizzo e depurazione biologica delle acqua impiegate nei processi di lavorazione, che vengono in parte riciclate per l'irrigazione dei campi circostanti".
Tutto ciò porta a una notevole riduzione dei consumi e a una migliore qualità dell'ambiente a tutela della natura e dei consumatori.
Fonte: QN
La
scuola casearia di Moretta (Cn) dal 1990 ha formato circa
500 casari, molti dei quali hanno avviato attività che si sono distinte nel settore e che operano in tutta Italia e all'estero. Basti pensare che attualmente sta facendo
formazione a distanza a 80 casari giapponesi e che in passato ha formato in presenza gruppi da Israele, Russia, Nordafrica e Sudamerica.
Chi esce dalla scuola riesce a inserirsi bene nel mondo del lavoro, molti giovani hanno avviato loro caseifici in cui hanno rilanciato formaggi che rischiavano di scomparire, con delle ricadute positive sull'economia di zone interne e di montagna in fase di spopolamento.
Non bisogna ignorare il fatto che il settore lattiero-caseario riveste in Italia un'importanza rilevante: il latte italiano è tra i più pagati in Europa, i formaggi italiani sono conosciuti in tutto il mondo e l'Italia vanta il più alto numero di Dop e Igp in Europa.
Fonte: La Repubblica
Il
Piemonte è la quarta regione italiana per produzione di latte (dopo Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) ma sta soffrendo. Negli ultimi 5 anni la produzione di latte è aumentata del
35%, ma il numero degli allevamenti è diminuito del
18%. Si è registrato un calo anche dei trasformatori di latte: stanno sparendo le aziende medio-piccole a vantaggio degli allevamenti intensivi che alimentano le vacche con il trinciato di mais, tutto a discapito della qualità. Un segnale positivo tuttavia arriva dai giovani: soprattutto nel Cuneese si distinguono nuovi caseifici gestiti da giovani che puntano proprio sulla qualità.
Dice
Franco Biraghi, a capo della Commissione agroalimentare della regione e presidente della Valgrana,
"dobbiamo imparare dal vino piemontese: altissima qualità e diversificazione".
Fonte: La Repubblica