Il Petit Restaurant Japonais da Piossasco s’è trasferito a Rosta. Ci sono tornato ben volentieri dopo la recensione del 2017 perché, in quella serata, oltre alla buona cena, con Naomi e Simone mi ero molto divertito.
Il nuovo locale è l’apologia della differenza, il trionfo del meticciato. Sull’arredamento tradizionale piemontese, curato ed accogliente, della preesistente trattoria La Curandera, sono stati spavaldamente inseriti elementi orientali con effetto forse un po’ spiazzante, ma singolarmente equilibrato ed armonico. Se questa sia stata una scelta estetica non vorrei neanche saperlo, ma consiglierei di non cambiare: il risultato è migliore della maggior parte dei locali milanesi firmati da grandi architetti e designer e, rispetto a quelli, non sarà costato quasi niente. Per di più rappresenta, in modo quasi didascalico, la carineria di questa coppia, formata da un piemontese figlio di macellai e da una giapponese ex cantante lirica.
Li ho ritrovati in ottima forma: Simone, con il solito samue (tradizionale abito da lavoro dei monaci zen giapponesi) che gli sta un po’ più stretto dell’ultima volta, in compenso svolazza tra i tavoli con una leggiadria ed un’eleganza che, vista la stazza, non immagineresti mai. Spiega i piatti con competenza e garbo, con una battuta e un sorriso per ognuno, senza mai essere invadente. Uno spettacolo! Poi, grazie all’aiuto dei collaboratori di sala, tra cui una ragazza giapponese, Masako, anche lei soprano, il servizio è ancora più professionale.
Naomi ha acquisito una serenità e una sicurezza nuove; l’ho visto dalla felicità evidente con cui è uscita ad accogliermi dalla cucina e poi l’ho gustato nei suoi piatti.
Entrata con i soliti Edamame (fagiolini di soia da stuzzicare) e Potato Salad. A seguire il Chirashi-Zushi, il sushi più semplice, con il riso dalla cottura perfetta. La zuppa di uova sbattute sa veramente di cucina di casa, i Gyoza sono come sempre un piccolo capolavoro.
I secondi (il menu ha una sequenza un po’ all’italiana) sono i bocconcini di pollo e verdura in umido e il Chicken Nanban, una specialità della prefettura di Miyazaki da cui viene la nostra cuoca: pollo fritto dalla carne tenera e succosa, accompagnata da una specie di salsa tartara dal sapore agrodolce. Uno dei miei preferiti! Per ultima la bistecca di sotto-filetto di Wagyu, la carne di bue giapponese che ormai la trovi un po’ ovunque, ma è sempre un bel masticare. Per finire il dolce della casa, una cheesecake al the matcha.
I menu sono fissi e cambiano ogni mese, seguendo la stagionalità dei prodotti. Tre le proposte di cui una, a 35 euro comprende sei portate, la seconda a 50 euro, otto portate e poi, per gli amanti della carne, quella più lussuosa a 80 euro, con la Wagyu.
Le bevande sono comprese e si può scegliere tra birra, vino e sakè, tutti di buon livello.
È semplicemente la cucina giapponese come deve essere: curata nella scelta della materia prima, stagionale, leggera, curativa. Cibo buono per lo stomaco e per l’anima in un ambiente che ti coccola e in cui non vedi l’ora di ritornare.
Le petit restaurant japonais
Via Chiesa 23
Rosta (TO)
Tel. 3409624553
www.lepetitrestaurantjaponais.com
info@lepetitrestaurantjaponais.com