Il rilancio nell’empireo dei ristoranti che meritano attenzione si deve ad Andrea Ribaldone, anima inquieta che ha lasciato l’ennesima creatura, a inizio 2017, per trovare riposo nelle Langhe dove un giorno andremo anche noi, benché la regola che ci siamo dati è di smetterla di inseguire i cuochi, pur bravi che siano, che cambiano sovente luogo.
Che è rimasto dunque de I Due Buoi di Alessandria (Via Cavour 32 - tel. 0131517105 - www.iduebuoi.it), che mutua il nome dal mitico Buoi Rossi? È rimasta la sala total white ben illuminata e per certi versi romantica, ma soprattutto è rimasta una cucina che per noi si conferma da corona radiosa.
Merito del cuoco Jumpei Kuroda di origine giapponese, che ha nella precisione e nella combinazione degli ingredienti il suo punto di forza. E difatti il locale funziona, la gente torna. E anche noi ritorneremmo dopo la nostra prova di giugno, che è stata più che soddisfacente.
Quattro piatti per ogni portata, senza strafare, una carta dei vini degna del locale, con servizio a bicchiere. Via dunque con il baccalà salato in casa, ceci della Merella, piselli e limone e il ghiotto uovo poché al Moscato asparagi verdi e nocciole. La battuta di fassone qui la servono con nespole, riso Venere e nocciola, mentre il coniglio è con friggitelli e mais. Eccellenti tajarin e finanziera di primo, ma anche i soavi gnocchi di ricotta, zucchine, capperi e tamarindo. Curioso il piatto denominato carciofi nel plin, con brodo affumicato, oppure riso erbe e lumache.
Fra i secondi è un bijoux il rognone con sedanorapa e spinaci, ben eseguito il trancio di pesce secondo mercato con fave e cozze. Ottimo il vitello e cipolle al sale.
Si chiude con la selezione di formaggi o con i dolci dove lo chef si sbizzarrisce portando la sua Nocciola e yuzu, ma anche babà, rosa e cioccolato e cagliata di latte, olive e liquirizia. Bravo!